NOTIZIE
CULTURA E SPETTACOLO

Premio Nobel per la Pace 2024 a Nihon Hidankyo, gruppo di sopravvissuti giapponesi a Hiroshima e Nagasaki

Il Premio Nobel per la Pace 2024 è andato a Nihon Hidankyo, organizzazione giapponese che raggruppa i sopravvissuti delle bombe nucleari lanciate su Hiroshima e Nagasaki

Pubblicato:

Simone Vazzana

GIORNALISTA

Giornalista professionista, è caporedattore di Virgilio Notizie. Ha lavorato per importanti testate e tv nazionali. Scrive di attualità, soprattutto di Politica, Esteri, Economia e Cronaca. Si occupa anche di data journalism e fact-checking.

Il Premio Nobel per la Pace 2024 è stato assegnato all’organizzazione giapponese Nihon Hidankyo, che raggruppa i sopravvissuti alle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki, noti anche come Hibakusha. Il premio è stato consegnato per gli sforzi volti a ottenere un mondo libero da armi nucleari e per aver dimostrato, attraverso le testimonianze, come “non debbano mai essere usate di nuovo”

Di cosa si occupa Nihon Hidankyo

Dopo le bombe atomiche lanciate sul Giappone nell’agosto 1945 è nato un’organizzazione, Nihon Hidankyo, i cui membri si sono spesi per sensibilizzare sulle catastrofiche conseguenze umanitarie dell’uso delle armi nucleari.

La testimonianza degli Hibakusha – i sopravvissuti di Hiroshima e Nagasaki – è unica in questo contesto più ampio: hanno contribuito a generare e consolidare una vasta opposizione alle armi nucleari in tutto il mondo, attingendo a storie personali, creando campagne educative basate sulla propria esperienza e lanciando avvertimenti urgenti contro la diffusione e l’uso delle armi nucleari.

Tanaka Terumi, uno dei sopravvissuti a Nagasaki, segretario generale di Nihon Hidankyo

Nihon Hidankyo ha membri in tutte le 47 prefetture giapponesi: il numero totale di Hibakusha sopravvissuti che vivono in Giappone è di circa 300 mila persone (contati dal marzo 1999).

Ci sono diverse migliaia di Hibakusha che vivono in Corea e in altre parti del mondo al di fuori del Giappone.

La motivazione

“Gli Hibakusha ci aiutano a descrivere l’indescrivibile, a pensare l’impensabile e a comprendere, in qualche modo, il dolore e la sofferenza incomprensibili causati dalle armi nucleari”, ha spiegato il Comitato del Nobel Norvegese, che ricorda come “nessuna arma nucleare è stata utilizzata in guerra negli ultimi 80 anni. Gli straordinari sforzi di Nihon Hidankyo e di altri rappresentanti degli Hibakusha hanno contribuito in modo significativo all’istituzione del tabù nucleare. È quindi allarmante che oggi questo tabù contro l’uso delle armi nucleari sia sotto pressione”.

Alfred Nobel era convinto che individui impegnati potessero fare la differenza: assegnando il Premio Nobel per la Pace di quest’anno a Nihon Hidankyo, il Comitato Nobel norvegese “desidera onorare tutti i sopravvissuti che, nonostante le sofferenze fisiche e i ricordi dolorosi, hanno scelto di utilizzare la loro esperienza costosa per coltivare speranza e impegno per la pace”.

Quanto ha guadagnato l’organizzazione

Prima di morire Alfred Nobel scrisse le sue ultime volontà, racchiuse in un testamento che reca la data del 27 novembre 1895.

Chimico, ingegnere, inventore, uomo di affari e filantropo, famoso soprattutto per aver inventato la dinamite, Nobel decise di investire la maggior parte della propria fortuna in una serie di premi in fisica, chimica, fisiologia o medicina, letteratura e pace.

Fu così che nacquero i Premi Nobel.

Il riconoscimento economico, quest’anno, è pari a 11 milioni di corone svedesi: circa 950 mila euro.

Dal 1901 a oggi sono stati assegnati 106 Premi Nobel per la pace, l’unico consegnato in Norvegia e non in Svezia e che può essere dedicato alle organizzazioni: 18 le donne che hanno ricevuto il premio, mentre sono 27 le organizzazioni decorate.

C’è anche chi, come il vietnamita Le Duc Tho, insignito del Nobel per la pace nel 1973, ha rifiutato il riconoscimento.

Chi sono i vincitori più recenti

Nel 2021, il Nobel per la Pace era andato ai giornalisti Maria Ressa e Dmitry Muratov.

La prima, filippina naturalizzata statunitense, ha co-fondato Rappler, sito noto per le sue inchieste sull’operato del governo del presidente filippino Rodrigo Duterte, soprattutto in relazione alla sua sanguinosa ‘guerra alla droga’.

Il secondo, russo, è caporedattore del giornale d’inchiesta Novaya Gazeta, la testata per la quale scriveva la giornalista Anna Politkovskaya, uccisa nel 2006.

Nel 2022, invece, il Premio è andato ad Ales Bialiatski, uno dei pionieri del movimento democratico emerso in Bielorussia a metà degli anni ’80: ha dedicato la sua vita alla promozione della democrazia e dello sviluppo pacifico nel suo Paese.

Infine, nel 2023, è stato assegnato all’attivista iraniana di 51 anni, Narges Mohammadi: vicepresidente del Centro per la difesa dei Diritti Umani, in carcere dal maggio 2016. Complessivamente, per la sua lotta, è stata condannata a 31 anni di prigione e 154 frustate.

Fonte foto: Getty

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963