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Passeggiata rumorosa a Vigonovo per Giulia Cecchettin: pentole e coperchi per fare “tanto rumore”

Corteo rumoroso per Giulia Cecchettin a Vigonovo, il Paese della vittima di femminicidio. "Fate rumore", l'appello della sorella Elena

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Giorgia Bonamoneta

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, si concentra sulla politica e la geopolitica, scrive anche di economia e ambiente. Laureata in Editoria e Scrittura presso La Sapienza di Roma, ha iniziato a scrivere per una testata impegnata sui diritti civili, prima di lavorare in diverse testate di attualità.

Alta la partecipazione degli abitanti di Vigonovo per la passeggiata rumorosa e arrabbiata per Giulia Cecchettin. L’ha chiamata la sorella, Elena Cecchettin, che fin dalle prime angoscianti battute della vicenda si è mostrata come una combattente. Ben consapevole dei modi e dei termini dell’ultima ondata di femminismo, ha chiesto di non fare un minuto di silenzio per l’ennesima vittima di femminicidio (sua sorella Giulia, uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta), ma al contrario di “fare tanto rumore”. Da qui l’iniziativa del collettivo Artemisia e altre associazioni per la passeggiata rumorosa.

Passeggiata con pentole e coperchi

Una passeggiata con pentole e coperti per Giulia Cecchettin. Si tratta di un nuovo appuntamento della passeggiata rumorosa e arrabbiata che anche in altre città è stata svolta. Quella a Vigonovo però ha un significato diverso: è la città di Giulia e la famiglia Cecchettin.

Accade spesso che le organizzazioni femministe del territorio, a fronte di un nuovo caso di femminicidio, violenza e abuso, decidano di scendere in piazza e occupare le strade. Con fiaccole, mazzi di chiavi (l’arma fai da te per la difesa di moltissime donne che si sentono in pericolo in strada) e coperchi e pentole da percuotere.

Per Giulia non fate silenzio ma rumore

Il primo evento nazionale che viene in mente dopo un fatto di cronaca che colpisce tutti è il minuto di silenzio. Eppure la famiglia di Giulia Cecchettin, in particolare la sorella Elena, si è fatta portavoce di una richiesta che cresce dal basso dalle associazioni femministe e transfemministe del territorio.

Basta fare silenzio, per Giulia facciamo rumore, così le parole di Elena hanno dato il via al boicottaggio del minuto di silenzio per l’uccisione di Giulia. Il rumore, meglio del silenzio, racconta la rabbia di chi punta il dito non solo contro il gesto di Filippo Turetta, ma anche la cultura patriarcale (anche se secondo alcuni questo non esiste più da 200 anni) che l’ha cresciuto e reso possibile.

Viganovo risponde all’appello di Elena

La città della famiglia Cecchettin (dove oggi si è verificato un caso di maltrattamento di una donna in pubblico) ha ascoltato le parole di Elena e ha deciso di ricordare Giulia con una passeggiata arrabbiata e rumorosa. Il frastuono è stato prodotto da circa 1000 persone che hanno camminato con pentole e coperti lungo il percorso promosso dal collettivo Artemisia e da altre associazioni e centro sociale del Nordest.

Una partecipazione importante e che non smette di far sentire la famiglia abbracciata in questo momento difficile, oltre che ascoltata. Mentre le istituzioni proclamavano un minuto di silenzio, le persone (giovane e meno giovani) hanno fatto rumore per Giulia.

Fonte foto: ANSA

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