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Paolo Cognetti ricoverato in psichiatria dopo un TSO: lo scrittore premio Strega soffre di depressione

Lo scrittore Paolo Cognetti è stato ricoverato nel reparto di psichiatria del Fatebenefratelli di Milano dopo un TSO: il racconto sulla depressione

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Stefano D'Alessio

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista. Laureato in Comunicazione, per anni si è occupato di sport e spettacolo. Scrive anche di attualità, cronaca e politica. Ha collaborato con importanti testate e programmi radio e tv, a livello nazionale e locale.

Paolo Cognetti, lo scrittore Premio Strega e regista, è stato dimesso dal reparto di psichiatria dell’ospedale Fatebenefratelli di Milano dove era stato ricoverato in seguito a un TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio) per una “grave depressione” poi sfociata in una “sindrome bipolare con fasi maniacali“. L’autore de “Le otto montagne” ha voluto raccontare pubblicamente la sua esperienza.

Paolo Cognetti e la depressione

In un’intervista concessa a La Repubblica, Paolo Cognetti ha spiegato che il ricovero in ospedale si è reso necessario per una “grave depressione sfociata in una sindrome bipolare con fasi maniacali”.

Lo scrittore e regista ha raccontato di essere stato “morso” dalla depressione in primavera ed estate. E ha aggiunto: “Nelle scorse settimane invece, sceso dal mio rifugio sul Monte Rosa, ero in una fase bella e creativa”. Un giorno, però, Cognetti si è accorto che il pensiero e il linguaggio “acceleravano” e gli amici gli hanno fatto notare che faceva “cose strane“.

Lo scrittore e regista Paolo Cognetti.

A proposito della sua “fragilità”, Cognetti ha spiegato: “Per imparare quasi a scrivere ho impiegato 40 anni. Dopo il successo con ‘Le otto montagne’ mi sono chiesto: ‘E adesso cosa faccio?‘”. Lo scrittore e regista ha ammesso di non aver trovato “una risposta convincente” a questa sua domanda. E ha anche detto: “Forse ho temuto che il mio massimo editoriale, con il Premio Strega, fosse stato toccato”.

Cognetti ha poi raccontato: “Mi sono innamorato di una donna e per lei, dopo 12 anni, ho lasciato la mia compagna. Per non abbandonare chi mi è stata vicina a lungo, ho chiuso anche la nuova relazione. Non si deve mai rinunciare all’amore, che non ritorna“.

Il TSO per Paolo Cognetti

Il Trattamento Sanitario Obbligatorio per Paolo Cognetti è stato deciso lo scorso 4 dicembre. Lo scrittore e regista ha raccontato: “Mi sono ritrovato sotto casa un’auto della polizia e un’ambulanza. Sono stato sedato: da inizio dicembre, causa farmaci, non ho fatto che dormire”.

Ma quali erano le “cose strane” che hanno allarmato i suoi amici? Cognetti ha spiegato: “Nelle fasi maniacali si può perdere il senso del pudore o del denaro. Ho inviato ad amici immagini di me nudo e ho regalato in giro un sacco di soldi. Si sono allarmati tutti. C’era il timore, per me infondato, che potessi compiere gesti estremi, o che diventassi pericoloso per altri”.

Sulla sua esperienza nel reparto di psichiatria al Fatebenefratelli di Milano, Cognetti ha dichiarato: “Ti svegliano alle 6 di mattina e ti obbligano a bere subito due bicchieroni di tranquillanti. Sei vivo, ma è come se fossi morto“. E poi: “Dal reparto psichiatrico di un ospedale esci solo se dici e fai esattamente ciò che chi ti cura si aspetta”.

Perché Cognetti ha deciso di parlare pubblicamente

Paolo Cognetti ha anche spiegato perché ha deciso di parlare pubblicamente della sua esperienza.

Lo ha fatto “per dire pubblicamente che le malattie nervose non devono più essere una vergogna da nascondere e che la risalita comincia accettando chi realmente si è”.

Fonte foto: ANSA

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