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Oliviero Toscani e la frase sul fascismo e i social: "Sono moderni campi di concentramento volontari"

Per Oliviero Toscani quella contro il fascismo era una crociata: il fotografo lo percepiva in ogni angolo dell'esperienza umana, dalla moda ai social

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Mauro Di Gregorio

GIORNALISTA

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Approdato a QuiFinanza e Virgilio Notizie dopo varie esperienze giornalistiche fra Palermo e Milano. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Oliviero Toscani il fascismo lo captava non solo nei rigurgiti della politica più retriva, ma anche nel quotidiano. “Il fascismo è un atteggiamento“, sosteneva. E in quanto tale poteva svelarsi ovunque, nella moda così come nei social network, da lui considerati “moderni campi di concentramento volontari”.

Oliviero Toscani e la moda “fascista”

“La verità è che la moda è fascista, discriminante e classista, anche se adesso i vestiti li imbottiscono di inclusività e di green. Le ripetono ogni minuto, in ogni dove, queste fandonie, perché è di moda”.

Così scriveva Oliviero Toscani nell’autobiografia “Ne ho fatte di tutti i colori. Vita e fortuna di un situazionista”, pubblicato nel 2022 con La Nave di Teseo, considerando come la moda, per decenni, si fosse vantata di essere esclusiva per poi sterzare improvvisamente verso il suo esatto opposto, ovvero un’inclusività ostentata.

Milano, 20 aprile 2009 – Oliviero Toscani all’apertura della mostra “Ballo + Ballo” al Pac (Padiglione d’Arte Contemporanea)

“Si discute tanto di fascismo, parlando di fez e fasci littori e di altri simboli decrepiti usati da quattro cretini, ma il fascismo è invadente in tutto, e soprattutto nella moda”, aggiungeva.

Il fascismo come atteggiamento

Il fotografo morto per amiloidosi a 82 anni considerava il fascismo “un atteggiamento” che nei tempi moderni “ha assunto una forma nuova, che non ha niente a che fare con le divise”. In confronto, sosteneva Oliviero Toscani, “quella era una roba ingenua”.

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La critica ai social network

“I social non sono fascisti? – si domandava retoricamente – Quanti follower hai? Quanti like? Chi ti segue? Ti hanno bannato? Bene: quanti follower aveva Mussolini? Qualche decina di milioni. Hitler e Stalin non ne parliamo”.

Il fotografo considerava gli iscritti ai social network un’orda di “piccoli, patetici dittatori in potenza” che “sognano adunate oceaniche virtuali”. “Vogliono soltanto il potere. È incredibile come non si riesca a capire tutto questo”.

Per Oliviero Toscani, in definitiva, i social non sono altro che “moderni campi di concentramento volontari“.

Ma di fascismo ne vedeva, a fiumi, anche nella politica. Nei tempi moderni, per Toscani, l’incarnazione del fascismo era Giorgia Meloni alla quale non risparmiò insulti, come “ritardata”, “brutta”, “volgare”, “fastidiosa”, “fascista”.

Fonte foto: IPA

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