Oliviero Toscani e le foto provocatorie dal razzismo all'anoressia fino ai migranti e lo scontro con Salvini
Con le sue foto, Oliviero Toscani più che fare pubblicità ha fatto politica. Una panoramica degli scatti più memorabili del fotografo che amava provocare
Con la morte di Oliviero Toscani, l’Italia perde uno dei suoi figli più irriverenti. Il fotografo si è spento all’ospedale di Cecina (Livorno), ucciso dall’amiloidosi a 82 anni. Con le sue foto, nell’arco di sei decenni, Toscani ha lavorato per scardinare tabù e pruderie, inventando un nuovo genere comunicativo.
La campagna per Jesus Jeans
Tutto cominciò nel 1973, con la campagna pubblicitaria per Jesus Jeans, con la scritta “Chi mi ama mi segua” impressa sopra un sedere femminile in hot pants.
La citazione letterale, a voler essere pignoli, non era presa dai Vangeli (in cui il concetto è espresso secondo una perifrasi), ma da un’esortazione del re francese Filippo il Bello. Non tutti gli italiani, però, lo sapevano.
Milano, 23 giugno 2022 – In posa a Palazzo Reale per la mostra “Oliviero Toscani, Professione Fotografo”
Oliviero Toscani e Benetton
Ma quello non fu il suo primo scatto anticonformista: nel 1965 Toscani era stato chiamato da Vogue per realizzare un ritratto all’attore teatrale Carmelo Bene.
Quel giorno diluviava e Bene raggiunse lo studio fotografico bagnato dalla testa ai piedi. Si mise di fronte all’obiettivo con la giacca storta e spiegazzata e la patta dei pantaloni quasi aperta. Toscani scattò, considerando il soggetto un esempio di bellezza alternativa.
Ma Oliviero Toscani è universalmente associato alle campagne pubblicitarie per Benetton. Toscani e Benetton collaborarono dal 1982 al 2000 e poi dal 2018 all’inizio del 2020.
Fra le sue opere più note e controverse, “Angelo-Diavolo” del 1992, ovvero la foto di un bimbo bianco con i capelli biondi e un bimbo nero con i capelli acconciati come due cornetti.
Nello stesso anno, il soggetto pubblicitario di un’altra campagna per Benetton fu un omicidio di mafia. E poi ancora il “Bacio tra prete e suora” del 1999, “Tre Cuori White/Black/Yellow” del 1996 e le campagne shock contro le stragi del sabato sera nel 1997.
Nel 1999, utilizzò una macchia di sangue come logo della campagna mondiale per Benetton, in supporto ai rifugiati del Kosovo.
“No-Anorexia”, del 2007, vide protagonista la modella Isabelle Caro, 31 chili, che morì pochi anni dopo.
In anni più recenti, fotografò alcuni condannati a morte negli Stati Uniti, scelta che gli valse un’incriminazione da parte dello Stato del Missouri per falso fraudolento: secondo le accuse, Toscani avrebbe ritratto i condannati senza specificare lo scopo commerciale delle fotografie.
Per il settimanale Donna Moderna, ideò la campagna contro la violenza sulle donne. I soggetti erano un bambino (“carnefice”) e una bambina (“vittima”), completamente nudi.
Nel 2009, banana e pisello erano invece i protagonisti di una campagna contro il bullismo finanziata dalla Provincia di Bolzano.
Lo scontro con Salvini
Nel 2018 un’altra campagna shock: la foto di migranti appena salvati, sbarcati da una nave come immagine di una nuova campagna di moda. Matteo Salvini invitò a boicottare il marchio.
I fuochi d’artificio fra i due erano esplosi già qualche anno prima, quando nel 2014 Toscani aveva insultato il leghista.
”Ma poverino – aveva detto Toscani il 16 dicembre 2014 durante la trasmissione radiofonica La Zanzara su Radio24 commentando delle foto pubblicate su Oggi – non ha proprio niente da fare”.
“Sembra un maialino sotto il piumino”, aveva commentato. Poi aveva aggiunto anche dell’altro: “Salvini fa i pompi*i ai cretini, fa anche rima. Prende per il cu*o chi vota”.
Salvini querelò e dopo qualche anno Toscani venne condannato per diffamazione. Alla fine il fotografo dovette pagare 8.000 euro, di cui 1.500 di spese processuali, per aver diffamato Salvini. “Pago volentieri per dire quello che penso”, commentò per nulla pentito.
A giugno 2024 Oliviero Toscani rivelò di essere malato di amiloidosi. La morte è arrivata sei mesi dopo, nella mattina del 13 gennaio 2025.