Novembrata e caldo record, cattive notizie per salute ed economia: effetti imprevisti e danni del bel tempo
Il caldo fuori stagione che stiamo sperimentando potrebbe durare ancora a lungo, con devastanti effetti per la salute e le attività produttive
Dopo l’ottobrata è arrivata la novembrata, un’ondata di caldo anomalo che ha portato gli italiani in spiaggia in pieno autunno. Nonostante a memoria d’uomo ci siano stati giorni con temperature superiori alla norma anche in altri anni, il ponte della Festa dei Santi che stiamo vivendo è decisamente straordinario. Anche perché durante tutto il corso dell’anno il termometro è rimasto su valori che, alla lunga, possono avere ripercussioni sulla salute e l’ambiente.
- Perché la novembrata non è decisamente una buona notizia
- Caldo anomalo: gli effetti disastrosi su economia e ambiente
- Quali effetti sulla salute ha il caldo fuori stagione: i rischi
- Il cambiamento climatico ci fa stare male: i danni alla mente
Perché la novembrata non è decisamente una buona notizia
Tanti italiani sono felici per il fatto di non aver ancora avuto la necessità di fare il cambio di stagione, né accendere stufe, camini e riscaldamenti. Con evidenti risparmi in termini di tempo e denaro, e bollette che, nonostante i rincari dell’ultimo periodo, non graveranno particolarmente sui bilanci familiari nell’ultima parte dell’anno. Dando anche il tempo al nuovo Governo di pensare a nuove misure che abbatteranno i costi delle forniture di luce e gas. Ma la novembrata non è davvero una buona notizia.
Il caldo anomalo, bisogna sottolinearlo, è ben lontano dall’essere una benedizione. Dopo un’estate torrida e un mese di ottobre con temperature record in tutta Europa, anche novembre potrebbe mostrarsi particolarmente mite rispetto a quello a cui siamo abituati. Gli ultimi mesi sono stati caratterizzati dalla persistenza dell’alta pressione su tutto il Vecchio Continente, che ha avuto la funzione di riparare tutti gli stati occidentali dalle perturbazioni e dalle correnti freddi in arrivo dall’Atlantico e dalla Siberia.
Le temperature roventi non sono state una sorpresa per i meteorologi e per gli esperti di clima. Tutti i modelli ci hanno messo in guardia, negli anni passati, riguardo la possibilità che potesse concretizzarsi una situazione simile a quella che stiamo vivendo. Dovuta, in larga parte, alle attività dell’uomo e all’inquinamento.
Che hanno causato il cambiamento climatico, con ondate di calore sempre più frequenti e fenomeni meteo estremi, che fino ad alcuni decenni fa sarebbero stati impensabili a queste latitudini.
Caldo anomalo: gli effetti disastrosi su economia e ambiente
Il caldo persiste sul Belpaese e il resto d’Europa dalla primavera, dopo un inverno particolarmente mite e privo di piogge. I bacini d’acqua hanno iniziato a ritirarsi, e anche il livello dei fiumi è sceso abbondantemente sotto la media annuale. Il risultato è stato un’emergenza siccità di cui si è parlato a lungo nei primi mesi del 2022. E che ha causato ingenti danni ai raccolti e, dunque, a tutta la filiera agro-alimentare. Meno cibo in tavola, dunque, ma anche prezzi maggiorati per i beni primari come il pane.
La terra secca riesce a trattenere meno l’acqua, e le sempre più frequenti bombe d’acqua si sono tradotte in alluvioni che hanno portato morte e distruzione tanto nelle aree urbane quanto nelle campagne. A causa dei danni causati dai cambiamenti repentini del tempo, dal mese di gennaio i coltivatori e gli allevatori hanno subito perdite pari a 6 miliardi di euro, secondo i calcoli effettuati da Coldiretti, la principale associazione di rappresentanza e assistenza dell’agricoltura italiana.
In base alle stime, un decimo della produzione nazionale è andato in fumo durante il corso dell’anno. Per affrontare il caldo record e la prolungata siccità, nelle campagne è necessario ricorrere irrigazioni di soccorso per non compromettere le coltivazioni.
Senza contare poi che bisogna proteggere le piante dai parassiti, che in questo periodo sarebbero dovuti essere eliminati dal freddo. Ma la natura stessa è “in tilt”, tanto che sui Monti Euganei sono già sbocciate le mimose. Che ora potrebbero non sopravvivere alle gelate.
Quali effetti sulla salute ha il caldo fuori stagione: i rischi
Ma la progressiva tropicalizzazione dell’Italia e dell’Europa meridionale, oltre a cambiare le nostre abitudini a tavola e causare devastanti effetti sull’economia, sta già avendo ripercussioni sul nostro benessere. Gli esperti sono infatti preoccupati anche per la salute, considerando che le nostre abitudini e il nostro stile di vita sono tarati su temperature ben diverse da quelle che stiamo vivendo. Ci vorranno anni per modificarle, e non è detto che basti per arginare i danni che corpo e psiche potrebbero subire.
Se gli impatti sull’economia e l’ambiente sono più facilmente monitorabili ed evidenti, il cambiamento climatico agisce su di noi in maniera decisamente più subdola. Il cado record di questi giorni è accompagnato, come avviene nelle zone tropicali, da un forte sbalzo termico nel corso della giornata. Dai quasi 25° C delle ore diurne nelle città del Centro Italia, si passa infatti ai 10° C di quelle notturne. Rendendo il nostro organismo più suscettibile alle infezioni da parte di virus e batteri.
Questo perché la prima linea di difesa dell’apparato respiratorio è composta dalle cellule mucipare, che secernono il muco che intrappola i patogeni e le particelle ambientali irritanti, e da cellule ciliate, che con il loro movimento smaltiscono il muco.
Il freddo inficia però il movimento di queste ultime, che arrestandosi fanno accumulare il muco. Batteri e virus hanno così il tempo di proliferare e infettare il nostro organismo, causando influenza e raffreddore. In particolare nei soggetti immunocompromessi.
Sebbene le temperature più alte siano nemiche dei coronavirus, considerando che incoraggiano comportamenti meno adatti alla sua riproduzione, gli sbalzi termici sono amici anche del Covid. Il cambiamento climatico, dovendo ridurre all’osso la questione, fa aumentare i contagi. E bisognerà tenerne conto nella definizione della strategia del nuovo Governo per tenere sotto controllo la pandemia in Italia.
Passare dal caldo eccezionale al freddo stagionale nel corso della giornata può causare altri problemi. Oltre a naso tappato e mal di gola, infatti, queste condizioni climatiche favoriscono anche i dolori articolari e le contratture muscolari, il mal di testa, i crampi addominali e le congestioni. Senza contare poi vertigini, debolezza, disidratazione nel passaggio dall’ambiente casalingo all’esterno quando c’è molto caldo, e magari si indossano capi pesanti e autunnali.
Il caldo record, inoltre, non ha ancora allontanato zanzare e mosche dalle nostre case, e animali vettori di patogeni stanno continuando a riprodursi fuori stagione, favorendo la diffusione di malattie zoonotiche. Proprio per via della permanenza delle zanzare anche in autunno inoltrato, si continua a parlare di West Nile virus.
Il cambiamento climatico ci fa stare male: i danni alla mente
Un altro aspetto da considerare sono gli effetti dei cambiamenti climatici sull’umore e la salute psichica. Spesso ci definiamo, erroneamente, meteoropatici. In realtà il disturbo affettivo stagionale è una condizione seria, che deve essere opportunamente trattata quando diventa invalidante, ad esempio con intensi episodi depressivi durante l’inverno e stati d’ansia durante l’estate. Tuttavia il tempo ha effetto su tutti noi, in maniera più o meno evidente.
Chi vive sulla propria pelle un evento estremo, come un’alluvione, o ne subisce indirettamente gli effetti, magari perdendo un familiare o vedendo distrutto un “posto del cuore”, può sviluppare ansia, depressione, disturbo post traumatico da stress e problemi del sonno. Che possono condurre il paziente a fare abuso di sostanze o pensare al suicidio.
A questo vanno aggiunte anche le conseguenze sulla salute mentale delle improvvise perdite economiche, e dei conseguenti cambiamenti nello stile di vita e l’alimentazione, con l’impossibilità di accedere, per esempio, ad attività ludiche o rilassanti, e il conseguente accumulo di stress e insoddisfazione.
Le conseguenze sociali del cambiamento climatico, come le migrazioni di massa e la scarsità di cibo, aumentano i divari e possono creare tensioni nella popolazione, con conseguente aumento di episodi di aggressività e violenza e riduzione della coesione sociale e della solidarietà. La continua esposizione a cattive notizie sull’ambiente, poi, può portare a sentirsi impotenti, tristi, arrabbiati, nostalgici, con stati definiti da vari autori come eco-ansia, dolore ecologico, eco-paralisi e solastalgia.