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"Norma anti-Renzi", leader di Italia Viva contro la legge che mette a rischio il suo reddito milionario

"Giorgia Meloni vuole buttarmi fuori dal Parlamento", attacca il leader di Italia Viva parlando della cosiddetta "norma anti-Renzi"

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Mauro Di Gregorio

GIORNALISTA

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Approdato a QuiFinanza e Virgilio Notizie dopo varie esperienze giornalistiche fra Palermo e Milano. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Il leader di Italia Viva Matteo Renzi dichiarò un reddito da 3,2 milioni lo scorso anno, fra stipendio da senatore e introiti per attività di consulente e conferenziere in giro per il mondo. Il governo ha presentato un testo, subito ribattezzato come “norma anti-Renzi”, per proibire tali condotte. Renzi la considera una ritorsione politica per il suo ritorno nel centrosinistra.

Cosa prevede la norma anti-Renzi

Un emendamento alla Manovra 2025 prevede che un membro del governo, un parlamentare (a Roma o all’Europarlamento) e un presidente di Regione, non possano svolgere incarichi retribuiti per “soggetti pubblici o privati non aventi sede legale o operativa nell’Unione europea”.

Chi lo fa, deve versare l’intero importo allo Stato. Se ciò non viene fatto, scatta una multa pari al 100% del compenso percepito.

Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi

A parte che per i membri del governo, per i quali il divieto è tassativo, tutti gli altri soggetti possono svolgere tale tipo di attività retribuita, ma devono ottenere la “preventiva autorizzazione rilasciata dagli organi di appartenenza secondo le procedure stabilite dai rispettivi ordinamenti”.

L’idea non è originale, per la verità: la lanciò il leader del M5S Giuseppe Conte, su ispirazione del leader di Azione Carlo Calenda.

Matteo Renzi parla di legge ad personam

Fino ad oggi, le attività extraparlamentari di Renzi sono state svolte principalmente in Arabia Saudita. Il diretto interessato ha bollato il provvedimento del governo come “legge ad personam”.

Secondo lui si tratterebbe di una sorta di punizione “perché sono rientrato nel centrosinistra. E Meloni ha paura che il nostro 2-3% sia decisivo per la sconfitta della destra. E allora colpisce un avversario con una legge ad personam, una cosa mai vista in 70 anni di storia repubblicana”.

Renzi cita Berlusconi

Dialogando con il Corriere della Sera, Renzi ha denunciato il silenzio dei liberali conservatori e ha sostenuto che se Silvio Berlusconi fosse stato ancora vivo “si sarebbe alzato in Senato dicendo che questa è una norma comunista. Ma Berlusconi non c’è più e i suoi eredi politici tacciono”.

“La Meloni vorrebbe buttarmi fuori dal Parlamento – accusa Renzi – dopo che ci hanno inutilmente provato i giudici e i grillini, ora tocca a lei. Spiacente ma resto qui“.

Fonte foto: IPA / ANSA
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