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Norma anti-Renzi in legge di Bilancio, il pensiero del leader Iv: "Legge sovietica"

Il leader di Iv ha definito "sovietica" la norma anti-Renzi. Il testo impedirà alle figure istituzionali di percepire denaro da Stati non europei

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Alberto Cantoni

GIORNALISTA

Giornalista professionista. Scrive di cronaca e attualità, ma le passioni più grandi sono la tecnologia e l’innovazione. Dopo una laurea in Comunicazione e un master in Giornalismo muove i primi passi nelle redazioni di alcune testate nazionali tra Milano e Roma. Attualmente collabora con diverse realtà editoriali.

La norma anti-Renzi? Simile a quelle che “faceva l’Unione Sovietica“. Il leader di Italia Viva Matteo Renzi non ha usato mezzi termini per commentare la misura contenuta nella Manovra 2025, fortemente voluta da Fratelli d’Italia per impedire a tutti i ministri, parlamentari e governatori di percepire denaro da Stati non europei. La legge ha il chiaro intento di interrompere le attività di consulenza (generosamente remunerate) dell’ex presidente del Consiglio, in particolare quella in Arabia Saudita.

Norma anti-Renzi, il commento del leader di Italia Viva

“È la prima volta che la maggioranza fa una legge ad personam per colpire un parlamentare d’opposizione”, ha spiegato Renzi, interpellato nella sala Garibaldi di Palazzo Madama. Lo riporta Repubblica.

“Quel genio di Berlusconi – prosegue, ironico – le faceva, le leggi ad personam, ma per sé, mica per colpire gli avversari politici. Queste le faceva l’Unione sovietica. Comunque, quella contro di me è una norma palesemente incostituzionale“.

Renzi ospite della trasmissione “L’aria che tira” (La7)

L’ex segretario del Pd ha poi scherzato, dicendo di aver ipotizzato due versioni per darsi una spiegazione della decisione presa.

Una più politica, secondo cui il partito guidato da Giorgia Meloni avrebbe capito che in caso di alleanza di Renzi con il centrosinistra la destra perderebbe (da qui la volontà di colpirlo). L’altra personale:  “Sarebbe, mi dicono, una vendetta di Arianna, perché ho chiesto di fare luce sulle nomine all’Ales“. L’ironico riferimento del leader di Iv è all’azienda partecipata del ministero della Cultura, che FdI ha assegnato a Fabio Tagliaferri, un noleggiatore di auto ed ex assessore di Frosinone.

Vedete, ho il sorriso: lavorerò ancora di più – ha concluso – Sono stato l’unico leader dell’opposizione che FdI non ha invitato ad Atreju: ma poco male, quei giorni sono stato a un convegno all’estero. E ho fatturato”.

I presunti profili di incostituzionalità

La questione, a ogni modo, è tutt’altro che chiusa. L’ultima versione della norma, infatti, prevede che siano esentati dal divieto i parlamentari eletti all’estero.

In questo senso, spiega Renzi, “si viola l’uguaglianza di senatori e deputati. Si sono incartati da soli: io la prendo alla fiorentina, rido”.

L’ipotesi, forse, è che qualcuno presenti ricorso, puntando sui presunti profili di incostituzionalità del testo.

Le reazioni della politica

Nel frattempo, la norma anti-Renzi divide il panorama politico italiano, anche all’interno della maggioranza.

Il capogruppo della Lega al Senato Massimiliano Romeo, recentemente eletto segretario del partito in Lombardia, ha bollato a sua volta la norma come “assurda“: “Non l’ho capita, l’ho già detto che sono contrario”, ha spiegato.

Anche il presidente del Senato Ignazio La Russa, dal palco di Atreju, si era detto contrario a una norma ad hoc contro il politico toscano, aprendo tuttavia a una discussione sul principio.

Fonte foto: ANSA

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