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Morto l'oligarca Ivan Pechorin, è caduto da una barca: si allunga la lista dei top manager di Putin deceduti

Trovato morto Ivan Pechorin, tra i top manager russi più vicini al presidente Vladimir Putin: sarebbe annegato dopo essere caduto da una barca

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Simone Cadoni

GIORNALISTA

Giornalista, scrive di cronaca, politica e altre tematiche legate all’attualità.

L’elenco dei ricchi uomini d’affari russi morti in circostanze misteriose dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina si allunga mese dopo mese. Il decesso più recente, reso noto nelle ultime ore da diversi media online, è quello dell’oligarca Ivan Pechorin, direttore generale della Far East and Arctic Development Corporation.

Si tratta di un’agenzia di cooperazione russa per i territori più lontani da Mosca, ma sempre più strategici. “La morte di Ivan è una perdita irreparabile per amici, colleghi e tutto il gruppo”, si legge in un comunicato pubblicato sul sito.

La morte di Ivan Pechorin

Pechorin è stato trovato senza vita sull’isola di Russky, nel Mar del Giappone, al largo dell’estremo oriente della Russia. Secondo il ‘Jerusalem Post’ il suo corpo è stato recuperato in mare nella giornata di lunedì 12 settembre.

Sulla base della versione ufficiale, il manager si trovava a bordo del suo yatch in navigazione, quando in preda ai fumi dell’alcol è caduto in acqua ed è morto annegato.

Chi era il top manager russo

Il direttore generale della Far East and Arctic Development Corporation aveva 39 anni. Considerato uno dei top manager più vicini al capo del Cremlino Vladimir Putin, era l’uomo chiave nell’area dell’Artico. Per questo rispondeva direttamente al capo del Cremlino.

La sua ultima comparsa in pubblico era stata in occasione del recente Economic Forum di Vladivostok, dove il presidente russo aveva incontrato gli uomini d’affari più importanti del Paese. L’intervento di Ivan Pechorin era intitolato “La logistica di un mondo che cambia”.

Il top manager morto in mare collaborava con le autorità di Mosca anche con l’obiettivo di modernizzare l’aviazione nel settore orientale russo.

Gli oligarchi morti prima di Pechorin

La morte di Pechorin segue quella di altri numerosi importanti uomini d’affari vicini a Putin. La scia di decessi sarebbe associata in Occidente a una critica, anche privata, al presidente russo e al suo operato dopo l’invasione dell’Ucraina.

All’inizio di settembre il presidente della compagnia petrolifera Lukoil Ravil Maganov era morto dopo essere caduto da una finestra. A maggio era stato trovato senza vita nel seminterrato di uno sciamano Aleksander Subbotin, altro manager Lukoil.

A maggio era toccato ad Andrej Krukovskij, manager della stazione di sci di proprietà Gazprom a Sochi. Ad aprile Alexander Tyulyakov, alto dirigente di Gazprom, era stato trovato senza vita in garage. Nello stesso periodo era morto anche il vicepresidente di Gazprombank Vladislav Avayev.

Tornando ancora indietro con i mesi, a febbraio era stato trovato impiccato il magnate Mikhail Tolstosheya. La stessa sorte era toccata al capo del colosso del gas Novatek Serjey Protonsenya, rinvenuto cadavere accanto ai corpi della moglie e della figlia.

 

Fonte foto: IPA

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