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Morto Comunardo Niccolai che a Cagliari vinse lo scudetto con Riva: il curioso nome legato all'antifascismo

Comunardo Niccolai è morto a 77 anni: il "re degli autogol" del Cagliari che vinse lo scudetto aveva un nome particolare, omaggio di suo padre, convinto antifascista

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Simone Vazzana

GIORNALISTA

Giornalista professionista, è caporedattore di Virgilio Notizie. Ha lavorato per importanti testate e tv nazionali. Scrive di attualità, soprattutto di Politica, Esteri, Economia e Cronaca. Si occupa anche di data journalism e fact-checking.

Il Cagliari perde un’altra stella. Nella notte tra lunedì 1 e martedì 2 luglio è morto Comunardo Niccolai, difensore centrale che vinse lo scudetto del 1970 nella squadra che aveva in Gigi Riva – scomparso circa 5 mesi fa – il suo cannoniere. Niccolai, convocato in Nazionale ai Mondiali in Messico, è passato alla storia anche con il soprannome di re degli autogol, se n’è andato a 77 anni, nell’ospedale di Pistoia. Il suo nome di battesimo ha sempre destato curiosità: è legato all’antifascismo, ecco in che modo.

Morto Comunardo Niccolai, il cordoglio del Cagliari

A oltre 5 mesi dalla scomparsa di Gigi Riva, morto il 22 gennaio 2024, il Cagliari piange un altro campione dello scudetto del 1970, lo stopper Comunardo Niccolai.

“Lascia il ricordo di un grande sportivo, un uomo educato, gentile, rispettoso, cordiale, che sapeva farsi voler bene”, il cordoglio sui social del club sardo.

L’undici del Cagliari l’anno dopo lo scudetto (stagione 1970-71), in piedi da sinistra: Claudio Olinto de Cervalho Nenè, Enrico Albertosi, Angelo Domenghini, Giuseppe Tomasini, Comunardo Niccolai, Luigi Riva. Accovacciati, sempre da sinistra:  Pierluigi Cera, Sergio Gori, Erlardo Mancin, Mario Martiradonna, Ricciotti Greatti

Chi era Comunardo Niccolai

Comunardo Niccolai era nato il 14 dicembre 1946 a Uzzano, in provincia di Pistoia.

Cresciuto nelle giovanili del Montecatini, si era trasferito in Sardegna giovanissimo, nel 1963, prelevato dalla Torres.

Dopo un solo anno il passaggio al Cagliari, dove ha giocato fino al 1976 e conquistando uno storico scudetto, quello del 1970.

Chiuderà la carriera a Prato, nel 1978, dopo un anno al Perugia.

Sforunato in Nazionale: convocato al Mondiale in Messico (1970) si infortunò alla prima partita. Complessivamente ha vestito l’azzurro solo tre volte.

Il “re degli autogol”

Niccolai è passato alla storia non solo per lo scudetto del 1970, ma anche per il soprannome re degli autogol, forse per il colpo di testa che sorprese Albertosi nella partita tra Juventus e Cagliari proprio nell’anno del titolo (quella partita finì 2-2).

Viene tuttora ricordato come il più grande autogoleador italiano, nonostante Riccardo Ferri dell’Inter e Franco Baresi del Milan lo abbiano superato numericamente in questo scomodo primato, con 8 autogol a testa in Serie A.

Niccolai, in tutto, ne collezionò 6.

Il nome Comunardo, omaggio all’antifascismo

Il nome Comunardo è senz’altro insolito.

Il calciatore lo doveva al padre, Lorenzo, giocatore anche lui: ex portiere del Livorno, era un convinto antifascista.

Decise di chiamare il figlio Comunardo in onore della comune di Parigi, il Governo di ispirazione socialista che si instaurò nella capitale francese nel 1871.

Fonte foto: Getty
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