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Morto 18enne che aveva "surfato" sul cofano dell'auto in movimento vicino a Treviso: decesso dopo 9 giorni

Il 18enne di Ormelle, in provincia di Treviso, è morto dopo essere finito per 9 giorni in rianimazione dopo aver cercato di "surfare" su un'auto

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Claudio Carollo

GIORNALISTA

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di cronaca e attualità economico-politica, interessandosi nel tempo di tematiche sociali e sport. Ha collaborato con diverse testate nazionali, con esperienze anche in radio.

Aveva provato a “surfare” cercando di rimanere in equilibrio sul cofano dell’auto in movimento, ma era caduto sull’asfalto battendo violentemente la testa sull’asfalto travolto dalla vettura che non sarebbe riuscita a frenare in tempo. Dopo nove giorni di ricovero in terapia intensiva è morto il 18enne Lorenzo Pjetrushi, vittima di un gioco spericolato a Cimaldolmo, nel Trevigiano, comune vicino a Ormelle dove viveva con la famiglia di origini albanesi.

L’incidente

Pjetrushi è rimasto vittima di una bravata con gli amici, con i quali aveva trascorso la serata di sabato 20 gennaio per festeggiare il compleanno del cugino. Probabilmente, la sfida doveva essere filmata per essere pubblicata sui social in una delle “challenge” di tendenza tra adolescenti sulle piattaforme, come la “Hot Chip Challenge” sulla quale l’Antitrust ha aperto un’indagine.

Il 18enne era salito sul cofano dell’auto fingendo di fare surf mentre i quattro amici erano a bordo con alla guida il cugino della vittima, che aveva conseguito la patente da pochi mesi. Secondo le ricostruzioni ancora al vaglio dei carabinieri, durante la corsa Pjetrushi avrebbe perso l’equilibrio finendo rovinosamente sull’asfalto e venendo investito dalla vettura, che non avrebbe fatto in tempo a frenare.

Il comune di Cimadolmo dove è andata in scena la bravata che ha provocato la morte del 18enne Lorenzo Pjetrushi 

Il ricovero

A chiamare i soccorsi erano stati gli amici del 18enne, portato con l’elisoccorso in codice rosso all’ospedale Ca’ Foncello, dove le sue condizioni sono apparse disperate fin da subito.

Ricoverato nel reparto di rianimazione del nosocomio trevigiano, Pjetrusci è deceduto dopo nove giorni di lotta tra la vita e la morte. Sull’episodio indagano i carabinieri, che dopo aver effettuato i rilievi sul luogo dell’incidente hanno raccolto la versione del gruppo di ragazzi e sequestrato l’automobile.

Le parole del padre

“Lorenzo era molto buono, era bravissimo, come tanti giovani della sua età – ha raccontato il padre Agron alla Tribuna di Treviso – Gli piaceva giocare e vivere la vita. Quel sabato sera lo avevo portato io a una festa di compleanno a Cimadolmo, tra amici, che si teneva verso le 22. Poi non so cosa sia accaduto. Forse poi è uscito con l’altro cugino di terzo grado, anche lui di Ormelle, italiano di origine albanese” racconta il padre Agron, alla Tribuna di Treviso.

“Sono otto giorni che non dormiamo” ha aggiunto, dicendo di non aver ancora capito la dinamica dell’incidente. “Probabilmente è accaduto tutto per uno scherzo, un gioco finito male. Erano in cinque in macchina, una Ford. A guidarla il cugino di terzo grado di mio figlio. Aveva la patente da appena due mesi, non molto esperto – è la testimonianza del genitore – Ma non stavano girando né filmati né foto da postare su TikTok, come ha detto qualcuno in modo sbagliato. Solo i carabinieri sanno com’è andata, perché hanno ascoltato i ragazzi e sequestrato tutti i telefonini, ma non hanno trovato foto né filmati. Mio figlio non faceva mai filmati per TikTok”.

Fonte foto: iStock

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