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Michael Liguori del Padova in campo nonostante le accuse di stupro, l'assessora Pd: "Una vergogna"

Condannato a tre anni e quattro mesi per violenza sessuale, il calciatore del Padova Michael Liguori è lo stesso sceso in campo: l’ira dell’assessora

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Ubaldo Argenio

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista esperto di cultura, sport e cronaca, scrive anche di attualità, politica e spettacolo. Laureato in Scienze della Comunicazione, inizia a collaborare con testate locali di Benevento per poi passare a testate nazionali, per le quali si è occupato principalmente di approfondimenti sportivi e culturali. Lavora anche come editor.

Condannato in primo grado a 3 anni e 4 mesi per violenza sessuale aggravata, il calciatore Michael Liguori continua in ogni caso a scendere in campo con il Padova in serie C, scatenando un fiume di proteste e polemiche, tra le quali quella dell’assessora del comune di Padova, Cristina Piva.

La condanna per Michael Liguori

La settimana scorsa, nella giornata di giovedì 10 ottobre, il il tribunale di Teramo ha condannato in primo grado a 3 anni e 4 mesi il calciatore del Padova Michael Liguori per violenza sessuale aggravata nei confronti di una ragazza di 14 anni.

Liguori è un attaccante di 25 anni tesserato con il Padova, squadre che milita nel girone C del campionato di Lega Pro che pochi giorni dopo, sabato 12 ottobre, ha sfidato in trasferta il Giana Erminio (club di Gorgonzola). Partita durante la quale, al 59esimo minuto del secondo tempo, Liguori è comunque entrato in campo.

Il goal di Michael Liguori che ha deciso il derby tra Padova e il Vicenza, che si è giocato solo quattro giorni prima che arrivasse la condanna in primo grado per l’attaccante

Una scelta, quella della società, aspramente criticata sia sui social che in campo istituzionale, con l’assessora del Pd con delega all’Istruzione del comune di Padova, Cristina Piva, che ha così commentato quanto accaduto: “Una vergogna che provoca un danno d’immagine alla città, alla società e ai tifosi”.

Le parole dell’assessora di Padova

“Non facciamo altro che riempirci la bocca sul fatto che lo sport, assieme alla famiglia e alla scuola, è una delle tre principali agenzie educative e poi, quando succedono cose del genere, facciamo finta di niente” ha detto l’assessora, come riportato da Il Mattino.

Che esempio diamo ai bambini, a partire da quelli di 6-8 anni che cominciano a giocare a calcio proprio nel Padova? E se si fosse trattato di un ragazzo qualsiasi e non di un calciatore, avremmo commentato la vicenda in un’altra maniera? – chiede poi provocatoriamente Piva – Io credo di sì. Se si fosse trattato di una persona extracomunitaria peggio ancora”.

“Anch’io sono garantista, ci mancherebbe – ha poi concluso l’assessora – Ma questo ragazzo non ha preso una multa: è stato condannato per aver violentato una ragazzina”. Sulla stessa linea anche la consigliera regionale Elena Ostanel: “Sono ex arbitra di calcio maschile, non basta una volta all’anno scendere in campo con il segno rosso sul volto, se poi non si agisce dall’interno per cambiarne il volto, ancora troppo maschilista”.

I fatti che hanno portato alla condanna

I fatti nei quali è coinvolto il calciatore del Padova risalgono al 2018, quando Liguori aveva 19 anni e viveva ad Alba Adriatica (provincia di Teramo). Una sera, lui e un suo amico, Andrea Perozzi, avrebbero invitato a uscire la ragazza di 14 anni e un’amica di lei di 15 anni.

I due giovani avrebbero quindi tentato di appartarsi con le due ragazzine, pretendendo dei rapporti sessuali. Subito dopo l’accaduto le due adolescenti hanno denunciato la vicenda, ma i ragazzi hanno sempre ribadito che il rapporto era consenziente.

A distanza di sei anni però è arrivata la condanna in primo grado per entrambi, nonostante il loro avvocato avesse chiesto l’assoluzione per i suoi assistiti per insussistenza del fatto. Il legale ha già annunciato l’intenzione di ricorrere in appello contro la sentenza.

Fonte foto: Facebook

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