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Marco Mengoni co-conduttore a Sanremo 2024, quando il cantante attaccò il Governo Meloni sui diritti Lgbtqia+

Sanremo 2024 e quando Marco Mengoni attaccò il governo di Giorgia Meloni sui diritti Lgbtqia+

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Mirko Vitali

GIORNALISTA

Giornalista esperto di politica e attualità, attento anche ai temi economici e alle dinamiche del mondo dello spettacolo. Dopo due lauree umanistiche e il Master in critica giornalistica, lavora e collabora con diverse testate e realtà editoriali nazionali

Marco Mengoni, co-conduttore del Festival di Sanremo 2024, in passato ha avuto parole di forte critica nei confronti del governo di Giorgia Meloni. In particolare il cantante attaccò l’esecutivo sulla questione legata ai temi dei diritti Lgbtqia+.

Mengoni e la critica al governo di Giorgia Meloni: “La posizione dell’esecutivo attuale non mi piace”

Quando Mengoni partecipò all’Eurovision Song Contest 2023, sul palco sventolò il tricolore e la bandiera arcobaleno.

“Era la bandiera dell’inclusività totale – spiegava l’artista -, quella contro tutte le discriminazioni. In Italia vedo tante cose che non sto capendo perché, nel 2023, mi sembrano anacronistiche. Non è un mio voler andare contro, ma un voler capire cosa accade. Credo che l’inclusività e le minoranze siano parte integrante della società”.

Quando gli fecero notare che il governo in carica non sembrava avere la visione da lui promossa in tema di diritti Lgbtqia+, rispose: “Un po’ mi fa paura, ma non sono solo, visto che lo ha detto anche un capo di governo oltreoceano (si riferisce al canadese Trudeau ndr)”.

“Ci sono azioni che vedo – aggiungeva – e pensieri che sento che mi fanno venire voglia di urlare le mie idee anche a costo di ricevere i commenti negativi che ovviamente sono arrivati dopo quella bandiera. Anche se erano di più quelli positivi. La posizione del governo attuale non mi piace”.

Mengoni e il ragionamento sull’uso della parola “fascismo”

“Non mi piace usare la parola “fascismo” – ragionava sempre il cantante che, nella conferenza stampa pre Sanremo 2024 ha cantato ‘Bella ciao’ con Amadeus -. Non sono d’accordo con quello che viene detto però. È un esercizio per richiamare qualcosa di dittatoriale? Oppure qualcosa per aprire un dibattito e confrontarsi? Certo che se fosse questa seconda opzione non mi sembrerebbe il modo più giusto”.

Sempre in riferimento ad alcuni esponenti della maggioranza non proprio benevoli verso l’allargamento di diritti della comunità Lgbtqia+, dichiarava: “Vedo assolutismo, come se tutte queste persone non vivessero in strada o non andassero al supermercato a parlare con la gente. Come giudicare Cuba dalla camera di un cinque stelle”.

E ancora: “Io non ho assistenti che mi fanno tutto, non vivo nell’Olimpo dei cantanti: ho amici che fanno altro con i quali mi confronto”.

Mengoni: “Dobbiamo trovare strade per accogliere chi scappa da posti non sicuri”

Mengoni all’epoca parlò dei flussi migratori, ricordando che in un suo brano c’è uno spezzone di un discorso di Nelson Mandela.

“Ho preso spunto dall’opera dell’antropologo Frantz Fanon che mostrava come approcciamo in modo diverso culture diverse. Dobbiamo trovare strade differenti per accogliere chi scappa da posti che non sono tranquilli e sicuri”, spiegava il cantante.

Fonte foto: ANSA

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