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Malato di leucemia e senza casa dorme in auto col figlio a Cuneo: la storia di Marco, che ha perso il lavoro

Dopo essersi ammalato di leucemia ha perso il lavoro e adesso Marco è costretto a vivere in auto con suo figlio a Cuneo perché non ha più una casa

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Giuseppe Pastore

GIORNALISTA

Giornalista professionista, si occupa di attualità e politica parlamentare seguendo i lavori di Camera e Senato. Laureato in Giurisprudenza, muove i primi passi nel giornalismo scrivendo di cronaca e politica in Puglia per poi collaborare con alcune testate nazionali.

Licenziato dopo aver contratto la leucemia, adesso dorme in auto con il figlio. È la storia di Marco, un uomo di 60 anni che dopo aver perso casa e lavoro è costretto a vivere in macchina con suo figlio a Cuneo. Fino a non molto tempo fa, invece, c’era un lavoro, una casa e una famiglia. Adesso resta solo questa, anche se la moglie di Marco, Filomena, vive con sua figlia in una struttura religiosa del Comune di Cuneo.

Malato di leucemia vive in auto con suo figlio a Cuneo

La storia è stata diffusa da ‘Tgcom24’ e racconta uno spaccato straziante di vita. Marco ha 60 anni e durante il lockdown si è ammalato di leucemia.

È iniziato così il suo calvario. Marco lavorava come carpentiere, ma dopo aver contratto la leucemia tutto è cambiato.

La città in cui Marco vive in auto con suo figlio dopo aver perso il lavoro

Inizialmente ha potuto usufruire della cassa mutua, ma dopo è stato licenziato. Adesso la sua unica fonte di sostentamento è una pensione di invalidità di 600 euro.

Una somma certamente insufficiente per condurre una vita dignitosa. Tanto che adesso Marco vive all’interno di un’auto con suo figlio.

Una famiglia divisa dopo la pandemia

La perdita del lavoro dopo la malattia è stata l’inizio della fine per il 60enne ex carpentiere. Oltre al lavoro, infatti, Marco ha dovuto rinunciare anche alla casa in cui viveva con sua moglie Filomena e con i suoi due figli.

I debiti erano troppo elevati e così la famiglia ha dovuto dividersi, sperando che si trattasse di una situazione momentanea.

La moglie di Marco e sua figlia, infatti, hanno trovato ospitalità in una comunità religiosa. Ogni giorno vedono l’altra metà della loro famiglia. Ogni sera, invece, si salutano con un abbraccio.

La richiesta è quella di un piccolo appartamento per tornare a stare insieme, ma soprattutto per vivere dignitosamente.

La nuova povertà di chi perde casa e lavoro

La storia di Marco e della sua famiglia è uno spaccato di vita che sta diventando sempre più comune. Dal 2020, infatti, si osserva una crescita della povertà delle famiglie italiane.

La Caritas è stata tra le prime a lanciare l’allarme dicendo la pandemia crea nuovi poveri. A essere più colpiti sono soprattutto giovani e donne.

Ma l’onda lunga della pandemia si osserva anche per strada. Negli ultimi anni sono aumentate, infatti, le persone senza dimora.

È un fenomeno osservato dalla Federazione italiana degli organismi delle persone senza dimora (Fio.Psd). Secondo i loro dati, infatti, si assiste a un tracollo brusco in fenomeni di povertà che portano molte persone – che fino a non molto tempo prima avevano una casa e un lavoro – a sopravvivere in strada.

L’augurio è che non sia questo il destino che toccherà a Marco e alla sua famiglia.

Fonte foto: 123RF

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