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Liliana Resinovich e il contenuto delle nuove intercettazioni. Gli avvocati: "Approfondire le sue relazioni""

Gli avvocati del fratello di Liliana Resinovich citano intercettazioni che dovrebbero essere approfondite. Al centro le relazioni della vittima

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Gabriele Silvestri

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, esperto di media, scrive di cronaca, politica e attualità. Laureato in comunicazione alla Sapienza, si è affermato come autore e conduttore di TG e programmi giornalistici. Collabora con diverse redazioni online, emittenti televisive e radiofoniche.

Nell’ambito dell’indagine sulla tragica morte di Liliana Resinovich emergono nuovi elementi interessanti che richiedono un’analisi approfondita. L’attenzione si concentra ora sulle intercettazioni ambientali, relative al periodo che va dal ritrovamento del corpo della 63enne fino alla primavera successiva. Secondo gli avvocati Nicodemo Gentile e Federica Obizzi, queste intercettazioni contengono informazioni che suscitano grande interesse, e che sono giunte a interlocutori inaspettati. Nonostante il riserbo dei legali, ciò che emerge è la necessità di esaminare attentamente il loro contenuto.

Il contenuto delle intercettazioni

Gli avvocati del fratello di Liliana, Sergio Resinovich, non si sono esposti sui dettagli di queste intercettazioni, e non hanno certamento formulato nomi o accuse dirette..

Dalle intercettazioni emergerebbe una comunicazione apparentemente estranea ai fatti, ma che fornisce informazioni non trascurabili sulla vita dei protagonisti del caso.


Il corpo di Liliana Resinovich venne ritrovato il 5 gennaio 2022 nel boschetto dell’ex Ospedale Psichiatrico di San Giovanni

Approfondire la cerchia relazionale

Nonostante non costituiscano una prova incriminante, i legali hanno posto l’accento sull’importanza di approfondire la “cerchia relazionale di Liliana“, come sottolineato da Nicodemo Gentile.

Questo particolare aspetto dell’indagine getta nuova luce sulla vicenda e solleva domande sulla dinamica delle relazioni di Liliana Resinovich con le persone coinvolte. È un tassello che potrebbe contribuire a una comprensione più completa degli sviluppi del caso, anche se al momento non costituisce alcuna prova definitiva.

La richiesta

L’approfondimento dell’indagine era stata una precisa istanza dell‘associazione Penelope durante il periodo in cui si opponeva alla richiesta di archiviazione avanzata dal pubblico ministero Maddalena Chergia.

Questa richiesta è stata respinta dal giudice Luigi Dainotti, che ha deciso di continuare l’indagine approfondita, aggiungendo ben 25 nuovi punti su cui concentrarsi. I legali del fratello di Liliana hanno chiesto l’acquisizione delle intercettazioni, ritenendo che esse siano fondamentali per la risoluzione del caso.

Federica Obizzi ha dichiarato: “L’indagine è ripartita e si trova nuovamente nella fase di massima riservatezza. Potremmo ricevere solo informazioni su accertamenti irripetibili, come esami scientifici particolari che potrebbero portare alla distruzione delle prove, o perfino sulla riesumazione del corpo di Liliana.”

La ricostruzione

Il 14 dicembre 2021, Liliana Resinovich, una pensionata di 64 anni, scompare da casa sua a Trieste. Il suo corpo viene ritrovato il 5 gennaio 2022 nel boschetto dell’ex Ospedale Psichiatrico di San Giovanni.

L’autopsia rivela che la causa della morte è stata il soffocamento. Inizialmente si pensa a un possibile suicidio, ma ulteriori indagini dimostrano che il corpo era stato spostato, scartando questa ipotesi. Un dettaglio chiave è un’orma trovata su uno dei sacchi in cui il corpo era avvolto, ma al momento non è stata collegata a nessun sospettato.

L’indagine per omicidio prosegue, dopo che le forze dell’ordine hanno notato anche la mancanza di residui animali sui sacchi, suggerendo che il cadavere fosse stato tenuto in un luogo chiuso prima di essere abbandonato nel luogo del ritrovamento.

Fonte foto: ANSA

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