La più grande paura di Putin: "Solo così si fermerà". Qual è il suo punto debole e come finirà la guerra
Cosa può spingere Putin a fermare le sue mire espansionistiche in Ucraina? Diversi esperti si sono interrogati sul tema
La figura di Putin, negli ultimi mesi, ha attirato su di sé gli occhi di tutto il mondo per via della decisione di invadere l’Ucraina. L’obiettivo del leader russo è la conquista del Donbass, dove nelle ultime settimane si sono concentrati gli scontri. Ma la domanda che in molti si stanno ponendo sempre più insistentemente è: come finirà la guerra? Esiste un modo per risanare la ferita che ha spaccato il cuore dell’Europa? Qual è la miglior strategia per costringere Putin a fermarsi?
- Per Kissinger, l'Ucraina deve cedere alle richieste di Putin
- La posizione di Zelensky
- Douglas London: "Bisogna far leva sulla sua più grande paura"
- Le armi americane
Per Kissinger, l’Ucraina deve cedere alle richieste di Putin
Sul tema sono intervenuti molti esperti, e una risposta univoca non esiste; ma è interessante analizzare i punti di vista delle voci più autorevoli che hanno preso parte al dibattito. Nel corso del World Economic Forum tenutosi a maggio, l’ex Segretario di Stato degli Stati Uniti Henry Kissinger, ormai 98enne, ha tenuto un discorso in cui ha suggerito una possibile via di salvezza per l’Ucraina.
Per Kissinger, l’Ucraina dovrebbe mostrarsi aperta all’eventualità di concedere qualche territorio alla Russia, in particolare quelli che hanno maggiormente alimentato la contesa: si tratta della Crimea e delle repubbliche separatiste filorusse del Donbass.
La posizione di Zelensky
Si tratta di una possibilità che il presidente Zelensky ha però scartato, rispondendo direttamente a Kissinger che la guerra non si fermerà finché l’Ucraina non avrà riconquistato tutti i suoi territori. Una posizione ferma, che non sembra lasciar spazio a trattative in questa direzione.
Douglas London: “Bisogna far leva sulla sua più grande paura”
Un’altra voce autorevole, interpellata dal Corriere della sera, entra in dissonanza con quella di Kissinger. Per Douglas London, ex agente del servizio clandestino della Cia e oggi docente alla Georgetown University, la strategia migliore non è assecondare le richieste di Putin ma metterlo alle strette ricordandogli cosa c’è in gioco.
London ha osservato che “gli obiettivi di Putin non sono cambiati e che non può permettersi di perdere“. Pertanto, l’unico modo per fermarlo è alimentare la sua più grande paura, ovvero “essere rovesciato e ucciso“.
L’esperto ha però precisato che gli Stati Uniti non dovrebbero certamente condurre un’operazione contro di lui, ma esercitare pressioni dietro le linee nemiche per spingerlo a decidere, autonomamente, di ritirarsi. “Il modo per lui per trovare la sua rampa d’uscita è di decidere di negoziare ora, perché non solo sta perdendo la guerra ma c’è la possibilità che perda il potere“, ha sottolineato London.
Le armi americane
Quanto al sostegno che gli Stati Uniti stanno fornendo all’Ucraina, London ha osservato che i lanciarazzi Himars, dotati di raggio e precisione elevatissimi, possano mettere in difficoltà Putin. Dal canto suo, il leader russo ha detto di non essere minimamente preoccupato dalle armi americane in quanto “le schiaccia come noci“.