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POLITICA ESTERA

La Corea del Nord lancia altri 310 palloncini di spazzatura verso il Sud, la minaccia della sorella di Kim

La Corea del Nord ha inviato altri palloncini pieni di spazzatura verso il Sud: la sorella di Kim Jong-Un ha minacciato ulteriori ripercussioni

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Ubaldo Argenio

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista esperto di cultura, sport e cronaca, scrive anche di attualità, politica e spettacolo. Laureato in Scienze della Comunicazione, inizia a collaborare con testate locali di Benevento per poi passare a testate nazionali, per le quali si è occupato principalmente di approfondimenti sportivi e culturali. Lavora anche come editor.

Nuovo lancio di palloncini pieni di spazzatura dalla Corea del Nord verso il Sud, dopo la “risposta” sudcoreana al primo lancio. Dopo questa nuova “invettiva”, formata da diverse centinaia di sfere ripiene di rifiuti, la sorella del leader Kim Jong-Un ha minacciato ulteriori azioni se il Sud dovesse continuare la sua “guerra psicologica”.

Palloncini pieni di spazzatura dalla Corea del Nord

Centinaia di palloncini, oltre 300, sono stati lanciati ancora una volta nella notte tra domenica 9 e lunedì 10 giugno dalla Corea del Nord verso il Sud.

Un lancio che segue quelli già avvenuti nelle ultime settimane, con centinaia di palloncini pieni di rifiuti ed escrementi inviati come ritorsione per i lanci che invece arrivano dal sud verso il Nord, con i quali vengono però inviati materiale proibito dal regime di Kim Jong-Un.

Uno dei palloncini ripieni di spazzatura lanciati dalla Corea del Nord verso il Sud

Il tutto sarebbe iniziato il mese scorso, quando il governo sudcoreano ha sospeso completamente l’accordo militare del 2018 per ridurre la tensione tra i due Paesi, riavviando le trasmissioni di propaganda attraverso gli altoparlanti lungo il confine, facendo infuriare il Nord.

La minaccia della sorella di Kim

Ma, dopo questo nuovo lancio dal Nord, la sorella di Kim Jong-Un, portavoce chiave del governo, Kim Yo Jong, ha rilasciato una dichiarazione nella quale ha affermato che la Corea del Sud “soffrirà un amaro imbarazzo nel raccogliere la carta straccia senza sosta, in quello che sarà il loro nuovo lavoro quotidiano”.

Nella dichiarazione diffusa dall’agenzia ufficiale di stampa centrale coreana, la sorella del leader ha definito i volantini degli attivisti del Sud “guerra psicologica” e ha avvertito che, a meno che Seul non li fermi e non interrompa le trasmissioni in altoparlante, il Nord è pronto a reagire.

“Se la Repubblica di Corea lanciasse simultaneamente volantini e trasmettesse attraverso gli altoparlanti le sue provocazioni oltre il confine, si assisterebbe senza dubbio ad una nuova reazione della RPDC“, ha detto Kim Yo Jong.

La risposta di Seul

Intanto nella Corea del Sud, l’agenzia di stampa Yonhap ha confermato che “l’ultimo lotto di palloncini carichi di rifiuti, inviato domenica sera, conteneva rottami di carta e plastica, e finora non è stato rilevato materiale tossico”.

Secondo l’agenzia di stampa, per i capi di Stato maggiore sudcoreani la dichiarazione della sorella di Kim dimostra che “la Corea del Nord sta alzando la voce sia per scaricare la colpa dell’attuale situazione sulla Corea del Sud che per giustificare la propria provocazione”.

Non sembra ci sia però una de-escalation in atto, dato che da Pyongyang hanno fatto sapere che se la Corea del Sud dovesse proseguire con le provocazioni, potrebbe avvenire “qualcosa di creativo, come un lancio di farina, che potrebbe causare il panico assoluto nel Sud, facendo credere che possa essere un attacco biologico”.

Il parlamento sudcoreano aveva approvato nel 2020 una legge che criminalizza l’invio di volantini al Nord, ma gli attivisti non si sono fermati e la legge è stata respinta dalla Corte Costituzionale lo scorso anno, in quanto considerata un’indebita limitazione alla libertà di parola.

Fonte foto: ANSA

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