La Cina lancia la nave Zhu Hai Yun, prima portadroni al mondo: come può essere usata in guerra
La nave cinese Zhu Hai Yun è la prima portadroni al mondo senza pilota. Il suo impiego fa pensare alla guerra. Ecco di cosa si tratta.
La nave Zhu Hai Yun fa già parlare di sé come prima portaerei di droni al mondo nata in acque cinesi. Sulla sua destinazione d’uso nascono i primi dubbi.
Cos’è la Zhu Hai Yun
Il 20 luglio 2021 a Guangzhou nel cantiere navale Huangpu Wenchong sono iniziati i lavori per la costruzione della Zhu Hai Yun.
I costruttori annunciano con entusiasmo che la nave sarà la “prima portaerei al mondo con sistema intelligente senza pilota”, e svolgerà attività di ricerca marina.
La Zhu Hai Yun è lunga 88,5 metri, è larga 14 e profonda 6,1, ed è in grado di trasportare dozzine di velivoli, dispositivi marittimi e sommergibili, anch’essi senza pilota.
Lo scopo è impiegare la nave in acque libere con navigazione autonoma e telecomandata per favorire la ricerca marina.
Per “velivoli” si intendono droni, un particolare che solleva preoccupazioni nel contesto della già esistente guerra in Ucraina.
Le preoccupazioni
Sullo sfondo ci sono le tensioni tra Joe Biden e la Cina. L’inquilino della Casa Bianca, infatti, ha minacciato di entrare in azione qualora la Repubblica Popolare Cinese decidesse di invadere Taiwan.
L’intervento a muso duro di Biden, tuttavia, ha già ottenuto la risposta da Pechino: da una parte la Cina ricorda che gli Stati Uniti non hanno alcuna voce in capitolo con l’indipendenza di Taiwan.
Dall’altra, Pechino risponde che la Casa Bianca non dovrebbe sottovalutare la determinazione della Cina.
Da questo contesto nascono le preoccupazioni per la nave Zhu Hai Yun. Voci non confermate e riportate da blogger indipendenti, infatti, considerano la “prima portadroni al mondo” una minaccia.
Una nave da impiegare in guerra?
Di fatto, ciò non è stato detto né scritto. Il South China Morning Post, ad esempio, ricorda un rapporto pubblicato nel 2021 dalla Zhuhai Yunzhou Intelligence Technology Co.
L’azienda, riconosciuta come leader tra gli sviluppatori di veicoli senza pilota, afferma che queste tecnologie possono essere impiegate nella “supervisione marittima“. Come?
“La nave potrebbe intercettare, assediare ed espellere obiettivi invasivi”. Per il momento è tutto sul piano delle ipotesi, e le perplessità sono giustificate dal contesto storico.
Se da una parte la Cina preoccupa Joe Biden che minaccia interventi qualora venisse attaccata Taiwan, dall’altra si parla di navi portadroni che potrebbero – tacitamente, s’intende – essere impiegate nella guerra.