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POLITICA ESTERA

L'Ecofin a Budapest divide l'Ue e diventa un caso: ministri boicottano l'evento, i motivi della protesta

All'Ecofin di Budapest la maggior parte dei ministri Ue ha disertato: presenti solo i rappresentanti di 9 Paesi. Per l'Italia c'è Giancarlo Giorgetti

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Mauro Di Gregorio

GIORNALISTA

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Approdato a QuiFinanza e Virgilio Notizie dopo varie esperienze giornalistiche fra Palermo e Milano. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

L’Ecofin di Budapest diventa un caso nell’Ue: un terzo dei ministri ha boicottato l’evento in segno di protesta contro le iniziative unilaterali assunte dal premier ungherese Viktor Orban all’inizio della presidenza del Consiglio europeo. All’evento di venerdì 13 e sabato 14 settembre si sono presenti solo 9 ministri su 27, tra cui Giancarlo Giorgetti. Assente invece l’altro italiano, Paolo Gentiloni, commissario europeo all’Economia.

Ministri presenti all’Ecofin di Budapest

Sono 8 i Paesi che hanno inviato i loro rappresentanti al Consiglio di Economia e Finanza, appuntamento di settembre che vede sedersi attorno a un tavolo i ministri delle Finanze e i governatori delle banche centrali dei vari Paesi dell’Unione. Al tavolo i delegati di Austria, Cipro, Repubblica Ceca, Italia, Lussemburgo, Malta, Slovacchia e Slovenia. Oltre, naturalmente, al rappresentante ungherese.

La decisione di boicottare l’incontro è stata influenzata anche dalla recente visita di Orban a Putin, avvenuta poco dopo che l’Ungheria ha assunto la presidenza del Consiglio dell’Unione.

Mihály Varga, ministro delle finanze dell’Ungheria.

Non si tratta tuttavia di una scelta inaspettata: anche altri incontri, come quello tra i ministri dell’Agricoltura tenutosi a Budapest, avevano visto diverse defezioni.

Cosa ha detto il ministro ungherese

“Non sono deluso. Ogni Paese ha il diritto di decidere sulla propria rappresentanza. È libero di decidere chi è la persona giusta per rappresentarlo. Inizieremo i negoziati durante il pranzo, dobbiamo aspettare per vedere quanti ministri ci saranno”, ha dichiarato in conferenza stampa il ministro delle Finanze ungherese, Mihály Varga.

“Le sanzioni spesso ottengono l’effetto contrario” e in questo caso il boicottaggio ha “lavorato per il beneficio della presidenza ungherese”, ha poi aggiunto il ministro del governo Orban.

Di cosa si è parlato all’Ecofin

All’Ecofin di Budapest si è parlato di “supportare i Paesi a basso reddito nella gestione del debito nazionale. Questo obiettivo è in pieno accordo con la posizione ungherese sulla migrazione: invece di portare problemi in Europa attraverso il supporto alla migrazione dovremmo individuare dove sono emersi tali problemi”, ha spiegato Varga ai giornalisti.

Il ministro ungherese si riferiva a “regioni sottosviluppate, ad esempio in Africa” all’origine dei flussi migratori.

“L’Ungheria – ha specificato – mantiene l’opinione che la migrazione di massa aumenti il numero di problemi invece di risolverne qualcuno… Questo è quello che abbiamo sostenuto da dieci anni”.

“Invece di aiutare la migrazione che innesca processi irreversibili che rovinano l’economia europea” è più pratico “sia in termini di Ue e sia di Paesi terzi, fornire aiuto nei Paesi di origine”. Sulla questione dei migranti Orban ha trovato fin dal principio una sponda nel governo Meloni.

Fonte foto: IPA

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