JD Vance da nemico e never-Trump guy a vice del tycoon, chi è il 39enne scelto per la sfida alla Casa Bianca
Trump annuncia che il suo vice sarà il 39enne JD Vance che in passato lo ha criticato duramente
In politica non è una novità che alcuni cambino idea e casacca. In America non si fa eccezione. James David Vance, per tutti JD, fattosi notare dal pubblico otto anni fa con il libro “Hillbilly Elegy” ed ex nemico di Donald Trump, da ora sarà la spalla del tycoon che dalla convention repubblicana a Milwaukee ha annunciato che sarà lui il suo vicepresidente.
- JD Vance spalleggerà Trump e sarà suo vice in caso di vittoria alle elezioni
- L'annuncio di Trump
- Chi è JD Vance: dalla povertà al successo
- Cosa diceva Vance di Trump
JD Vance spalleggerà Trump e sarà suo vice in caso di vittoria alle elezioni
Era un “never-Trump guy“, da ora in avanti sarà il compagno di corsa alle presidenziali dello stesso Donald. Vance ha vinto la concorrenza del senatore Marco Rubio e del governatore del North Dakota, Doug Burgum.
Di recente si era sparsa la voce che Trump avrebbe potuto scartare JD per la sua barba. L’ex presidente Usa, come è noto, prova una forte avversione per la barba, anche per i baffi. Evidentemente, per questa vicenda, non ne ha fatto una questione di vita o di morte.
L’annuncio di Trump
“Dopo lunghe deliberazioni e riflessioni – ha dichiarato Trump a Milwaukee, rimessosi dopo l’attentato -, e considerando gli straordinari talenti di molti altri, ho deciso che la persona più adatta ad assumere la carica di vicepresidente degli Stati Uniti è il senatore J.D. Vance del grande Stato dell’Ohio“.
“J.D. – ha aggiunto il tycoon – ha servito con onore il nostro Paese nel Corpo dei Marines, si è laureato in due anni alla Ohio State University, summa cum laude, e si è laureato alla Yale Law School, dove è stato redattore dello Yale Law Journal e presidente della Yale Law Veterans Association. Il libro di J.D., Hillbilly Elegy, è diventato un grande bestseller e un film, poiché difendeva gli uomini e le donne laboriosi del nostro Paese”.
“J.D. – ha concluso Trump – ha avuto una carriera imprenditoriale di grande successo nel campo della tecnologia e della finanza e ora, durante la campagna, si concentrerà fortemente sulle persone per cui ha combattuto così brillantemente, i lavoratori e gli agricoltori americani in Pennsylvania, Michigan, Wisconsin, Ohio, Minnesota e ben oltre…”.
Se il tycoon dovesse vincere le elezioni, Vance diventerebbe il suo vice e sarebbe tra i più giovani a ricoprire questo incarico.
Chi è JD Vance: dalla povertà al successo
Vance è diventato un avvocato aziendale e in seguito si è impegnato nel settore tecnologico come investitore di capitale di rischio. Nel 2016 ha dato alle stampe la sua autobiografia, “Hillbilly Elegy” (“Elegia americana”), in cui è contenuta la sua storia di crescita in povertà nella Rust Belt, funestata da episodi di violenza e di abusi.
Sua madre ha lottato contro la tossicodipendenza. per questo JD è cresciuto assieme alla nonna. Dopo le scuole superiori, si è arruolato nel corpo dei Marines e ha prestato servizio come soldato addetto agli affari pubblici in Iraq.
Vance è stato eletto per la prima volta al Senato degli Stati Uniti nel 2022 dopo aver battuto l’ex deputato democratico Tim Ryan per un seggio vacante in Ohio.
È sposato dal 2014 con l’avvocata Usha Vance, incontrata alla Yale Law School, e ha tre figli: Ewan, Vivek e Mirabel.
Cosa diceva Vance di Trump
Una volta divenuto famoso, espresse pubblicamente il suo disprezzo per Trump. In un’intervista con Charlie Rose nel 2016 sottolineò di essere un “never-Trump guy”. Nell’agosto dello stesso anno, ai microfoni di ABC News, sostenne che Trump non era in grado di “offrire molte soluzioni” al popolo americano.
Arrivò poi a definire il tycoon una sorta di “Hitler americano”, affermando metaforicamente che fosse “nocivo come la droga”.
Vance, mentre organizzava la sua corsa per conquistare il seggio al Senato, ha cambiato idea sull’ex presidente, ottenendone l’approvazione e l’endorsement per le primarie Repubblicane del 2022.
Dagli analisti politici è oggi ritenuto un conservatore populista che rifiuta molte delle visioni tradizionali dei Repubblicani. Favorevole ai dazi sul commercio, non è propenso all’intervento degli Stati Uniti nei conflitti esteri come quello in corso tra Russia e Ucraina.