Attentato a Donald Trump, l'arrivo a Milwaukee ancora sotto choc: "Non dovrei essere qui, dovrei essere morto"
Donald Trump è arrivato a Milwaukee per la convention del partito repubblicano, poche ore dopo l'attentato subito. Le sue prime parole dopo l'attacco
A distanza di poche ore dall’attentato nel quale ha rischiato di perdere la vita, Donald Trump è arrivato a Milwaukee, in Wisconsin, per partecipare alla convention del partito repubblicano che lo consacrerà come candidato ufficiale per la corsa presidenziale. “Non dovrei essere qui, dovrei essere morto” ha dichiarato il tycoon, ancora sotto choc, in un’intervista rilasciata a bordo del suo aereo durante il viaggio.
- L'arrivo di Donald Trump a Milwaukee
- Le parole di Trump sull'attentato
- Il dettaglio sullo sguardo che l'ha salvato
L’arrivo di Donald Trump a Milwaukee
Al suo arrivo nella città statunitense, Trump è sceso dall’aereo alzando il pugno: lo stesso gesto, già diventato iconico, compiuto poco dopo essere stato colpito da un proiettile dell’attentatore Thomas Matthew Crooks durante il comizio a Butler, in Pennsylvania.
Il 78enne, rimasto miracolosamente ferito solo in forma lieve a un orecchio, è apparso in buone condizioni. Lo riporta Ansa.
La struttura dove si terrà la convention del Partito Repubblicano, a Milwaukee
“Onestamente sarà un discorso completamente diverso – ha detto in merito alle parole che dovrà pronunciare nelle prossime ore alla convention nazionale repubblicana in programma a Milwaukee –. Questa è un’opportunità per riunire l’intero paese, anche il mondo intero. Il discorso sarà molto diverso rispetto a quello di due giorni fa”.
Le parole di Trump sull’attentato
“Non dovrei essere qui, dovrei essere morto“, ha detto il tycoon in un’intervista rilasciata al New York Post sul suo aereo, commentando l’attentato subito.
Il repubblicano ha descritto quanto avvenuto come “un’esperienza davvero surreale“, spiegando che il medico dell’ospedale ha detto di non aver mai visto nulla di simile: “lo ha definito un miracolo“.
Nel corso del colloquio con il giornalista, Trump indossava una larga benda bianca sull’orecchio destro, che lo staff del candidato avrebbe chiesto di non fotografare.
Il milionario ha anche raccontato un retroscena degli istanti immediatamente successivi agli spari durante il comizio. Mentre gli agenti del Secret Service cercavano di portarlo giù dal palco, lui avrebbe chiesto di riprendere le sue scarpe.
“Gli agenti mi hanno colpito così forte che mi sono cadute le scarpe – ha detto sorridendo – e le mie scarpe sono strette”.
L’ex presidente degli Stati Uniti ha parlato anche dell’uccisione di Thomas Matthew Crooks, il 20enne che ha attentato alla sua vita, elogiando il lavoro degli agenti incaricati della sicurezza: ”L’hanno ucciso con un colpo in mezzo agli occhi. Hanno fatto un lavoro fantastico“.
Il dettaglio sullo sguardo che l’ha salvato
In un’intervista al Washington Examiner, Trump ha anche rivelato di aver compiuto per caso un gesto che gli salvato la vita. “Raramente distolgo lo sguardo dalla folla. Se non l’avessi fatto in quel momento non staremmo parlando oggi”, ha detto.
La stessa versione è stata confermata anche al giornalista Brett Baier, di Fox News, nel corso di una telefonata. Appena prima del primo proiettile, il politico aveva girato la testa di lato per guardare un’infografica sulle statistiche relative all’immigrazione.
Poi avrebbe sentito “la più grande zanzara della sua vita” o “un calabrone che sembrava fosse nel suo orecchio”. Dopo aver guardato la mano insanguinata, ha realizzato che si era trattato di un colpo d’arma da fuoco.