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CRONACA ESTERA

Israele sapeva dell'attacco di Hamas del 7 ottobre da oltre un anno: clamoroso retroscena Usa sulla guerra

Secondo il New York Times, Israele sarebbe stato a conoscenza del piano d’attacco di Hamas un anno prima che accadesse, lo scorso 7 ottobre

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Alberto Cantoni

GIORNALISTA

Giornalista professionista. Scrive di cronaca e attualità, ma le passioni più grandi sono la tecnologia e l’innovazione. Dopo una laurea in Comunicazione e un master in Giornalismo muove i primi passi nelle redazioni di alcune testate nazionali tra Milano e Roma. Attualmente collabora con diverse realtà editoriali.

Il New York Times lancia un’indiscrezione clamorosa sulla guerra in Palestina: secondo il quotidiano americano, Israele sarebbe stato a conoscenza del piano d’attacco di Hamas un anno prima che accadesse, lo scorso 7 ottobre. I militari di Tel Aviv avrebbero infatti avuto tra le mani un documento – intitolato “Muro di Gerico” – con tutti i dettagli sul piano.

La rivelazione del New York Times

Nel documento a cui fa riferimento il Nyt erano anticipate, nel dettaglio, le future mosse di Hamas: il lancio massiccio di razzi, le torri d’avvistamento neutralizzate, l’infiltrazione con moto e deltaplani, l’azione mirata per assumere il controllo della base-comando di Reim in modo da paralizzare la reazione.

La breccia sarebbe stata seguita dall’assalto esteso, con la presa di ostaggi e le incursioni nei villaggi lungo il confine.


Non è chiaro se anche Benjamin Netanyahu fosse stato messo al corrente del documento che rivelava il piano d’attacco di Hamas

Per condurre l’operazione Hamas aveva intensificato il reclutamento, acquistato GPS e droni, perfezionato il training  e condotto esercitazioni continue sotto gli occhi del nemico.

Non è tuttavia chiaro se anche Benjamin Netanyahu fosse stato messo al corrente del documento.

Gli errori di valutazione da parte di Israele

Il quotidiano americano sottolinea come una parte dei vertici militari israeliani abbia sbagliato le valutazioni, sottostimando le capacità di Hamas.

Tel Aviv ha considerato il piano come “un’aspirazione ma non un progetto concreto“, ritenendo che il movimento non fosse interessato ad aprire un fronte di guerra.

Alcune consultazioni tra gli ufficiali c’erano anche state, ma la risposta emersa in più di un’occasione (nonostante, peraltro, continue segnalazioni e allarmi) fu sorprendente: “sono fantasie”.

Ad aggravare le interpretazioni errate ci sono anche altri fattori strategici e tattici, come la fiducia cieca nel muro digitale composto da sensori e telecamere o il fatto che i palloni-spia usati per monitorare la Striscia fossero fuori uso. Senza contare che lo schieramento dell’esercito nelle postazioni attorno a Gaza era ormai insufficiente.

Gravi carenze bilanciate però dall’avviso dell’intelligence militare, che aveva avvertito Parlamento ed esecutivo su una situazione deteriorata, con il pericolo di una nuova escalation di violenza.

Le conseguenze della rivelazione

È probabile che le rivelazioni abbiano una duplice conseguenza, come riporta il Corriere della Sera.

In primo luogo, cresceranno i contrasti tra la Difesa di Israele e il primo ministro Benjamin Netanyahu che, ad oggi, ha sempre scaricato sugli altri le colpe del fallimento.

I capi di Hamas, al contempo, vorranno capire come facesse l’avversario ad avere un’idea precisa di quanto sarebbe avvenuto.

Fonte foto: ANSA

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