Israele pronto alla tregua, Hamas risponde: "Se accettano le nostre richieste ostilità ferme in 24-48 ore"
Spiraglio di tregua tra Hamas e Israele: potrebbe cominciare prima del Ramadan e durare 6 settimane
Spiraglio a Gaza. Gli Usa hanno annunciato che Israele sarebbe vicino a raggiungere un accordo per una tregua delle ostilità con Hamas in cambio di alcuni ostaggi prima dell’inizio del Ramadan. Potrebbe durare fino a 6 settimane.
- La proposta di tregua di Israele
- La risposta di Hamas: tregua possibile in 24-48 ore
- Il nodo degli ostaggi vulnerabili
- Ministro israeliano in Usa senza l'approvazione di Netanyahu
La proposta di tregua di Israele
I nuovi negoziati svoltisi al Cairo, in Egitto, avrebbero portato a un risultato. Grazie alla mediazione degli Usa e dello stesso Egitto, Israele avrebbe accettato una proposta di tregua nella Striscia di Gaza fino a 6 settimane.
L’inizio sarebbe fissato prima del mese del Ramadan, il periodo di digiuno sacro per i musulmani che nel 2024 comincerà il 10 marzo. Hamas non ha ancora confermato di aver accettato l’accordo, riporta la Cnn.
Migliaia di persone hanno manifestato nella città di Gerusalemme, sotto la residenza del presidente Netanyahu, per la liberazione degli ostaggi ancora in mano ad Hamas.
La risposta di Hamas: tregua possibile in 24-48 ore
Anche Hamas sembrerebbe aver aperto a una possibilità di tregua anche molto rapida. I capi del gruppo estremista che controllava la Striscia di Gaza hanno detto che una pausa delle ostilità potrebbe essere possibile in 24-48 ore.
Le condizioni però sono che i civili sfollati possano tornare nelle aree settentrionali della Striscia di Gaza, al momento occupate dall’esercito israeliano. A questo dovrebbe aggiungersi un aumento degli aiuti umanitari.
Il nodo degli ostaggi vulnerabili
Proprio la questione degli ostaggi è uno degli ultimi punti da chiarire per arrivare ad una tregua di medio periodo nella Striscia di Gaza che faciliterebbe le trattative per un cessate il fuoco.
In particolare, una specifica categoria di ostaggi, quelli considerati “vulnerabili”, sarebbero al centro delle ultime ore di negoziati per cercare di soddisfare le richieste di entrambe le parti.
Al Cairo le delegazioni di Israele e di Hamas non si sarebbero mai incontrate e le trattative proseguirebbero tramite soltanto i mediatori, mentre le parti in causa rimarrebbero in stanze separate.
Ministro israeliano in Usa senza l’approvazione di Netanyahu
Aumentano le tensioni intanto anche all’interno del Governo israeliano. Il ministro del gabinetto di guerra Benny Gantz sarebbe in viaggio verso Washington per incontrare la vice presidente Kamala Harris e il Consigliere per la Sicurezza Nazionale Jake Sullivan.
Il viaggio si sarebbe svolto nonostante la disapprovazione di Netanyahu e in veste ufficiale, non privata. I rapporti tra il primo ministro israeliano e il presidente degli Usa Joe Biden si sono deteriorati durante la guerra.
Gantz è a capo della coalizione centrista Blu e Bianco, che in parlamento si opponeva a quella di Netanyahu, sostenuta dai partiti più conservatori. Dopo aver formato un’alleanza con Likud, il partito del primo ministro, nel 2020 è tornato all’opposizione nel 2023.
Fa parte, insieme ad altri esponenti dei partiti di maggioranza e opposizione, del cosiddetto gabinetto di guerra, un organo parallelo al governo civile istituito dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre.