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CRONACA ESTERA

Israele attacca il Sud del Libano e ordina la morte del capo di Hezbollah: "Il diavolo deve essere sconfitto"

Secondo i media arabi, Israele avrebbe iniziato ad attaccare l’area nei pressi della città di Al Wazzani, nel Sud del Libano. Netanyahu intanto avrebbe ordinato l'assassinio di Hassan Nasrallah, capo di Hezbollah

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Alberto Cantoni

GIORNALISTA

Giornalista professionista. Scrive di cronaca e attualità, ma le passioni più grandi sono la tecnologia e l’innovazione. Dopo una laurea in Comunicazione e un master in Giornalismo muove i primi passi nelle redazioni di alcune testate nazionali tra Milano e Roma. Attualmente collabora con diverse realtà editoriali.

Nella giornata di venerdì 21 giugno Israele avrebbe iniziato ad attaccare l’area nei pressi della città di Al Wazzani, nel sud del Libano. Lo scorso 18 giugno l’esercito israeliano aveva fatto sapere che i piani operativi per un attacco contro il Paese – con l’obiettivo di eliminare i leader dell’organizzazione paramilitare Hezbollah – erano stati “approvati e validati”. “Occorre evitare una ulteriore escalation con il Libano della guerra in corso nella Striscia di Gaza”, ha commentato il segretario di Stato americano Antony Blinken, a colloquio con alcuni consiglieri di Benjamin Netanyahu.

L’attacco di Israele nel Sud del Libano

Al momento le forze israeliane non hanno confermato l’attacco al Paese dei cedri, notizia riportata dal Jerusalem Post citando media arabi.

Israele “non può permettere che l’organizzazione terroristica degli Hezbollah continui ad attaccare il suo territorio e presto prenderà le sue decisioni necessarie“, ha fatto sapere il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz, attraverso un comunicato.

Il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz durante una visita in Ungheria

“Il mondo libero – ha aggiunto il ministro – deve appoggiare senza condizioni Israele nella sua guerra con il diavolo, Iran e l’islam estremistico”

Infine, un’ulteriore esortazione all’Occidente alla luce delle minacce di Hasan Nasrallah, capo di Hezbollah, secondo cui Cipro potrebbe diventare un obiettivo se permettesse a Israele di utilizzare il suo territorio in qualsiasi conflitto tra le due parti:

“La nostra guerra è la vostra guerra e le minacce di Nasrallah a Cipro sono solo l’inizio. Il diavolo deve essere sconfitto, come la storia ha già provato nel passato”.

La reazione degli Stati Uniti

Nel frattempo, come riportato dal Fatto Quotidiano, gli Stati Uniti continuano a predicare moderazione, invitando il governo israeliano a non aprire un nuovo fronte.

Lo scorso martedì 18 giugno l’inviato speciale di Washington in Medio Oriente, Amos Hochstein, ha ribadito che gli Usa vogliono “evitare un’ulteriore escalation verso una guerra più grande”.

Una posizione rilanciata anche dal segretario di Stato americano Antony Blinken, che a colloquio con alcuni funzionari e consiglieri di Netanyahu ha ribadito la necessità di “evitare una ulteriore escalation con il Libano della guerra in corso nella Striscia di Gaza”.

L’ordine di uccidere Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah

Intanto una fonte della Forza Quds, reparto di élite dei Guardiani della Rivoluzione iraniana, avrebbe detto al quotidiano kuwaitiano Al-Jarida che l’Iran dispone di informazioni sensibili secondo cui Benjamin Netanyahu avrebbe “ordinato l’assassinio del capo del movimento sciita Hezbollah, Hassan Nasrallah“.

L’uomo ha detto al giornale che “i servizi di sicurezza israeliani non sono riusciti finora a trovarlo, oppure Nasrallah è sfuggito ai tentativi di individuarlo per pochi minuti”.

Sempre secondo quanto riferito dal quotidiano, i servizi di sicurezza della Forza Quds avrebbero condotto indagini per scoprire le reti di spionaggio per sapere l’esatta ubicazione di esponenti dell’organizzazione paramilitare, “che vengono assassinati da Israele quasi su base quotidiana”.

Fonte foto: ANSA

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