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Incidente sulla Nomentana, morti per "giocare alla Formula Uno": la testimonianza del residente di Fonte Nuova

Un testimone dell'incidente di via Nomentana svela che la tragedia potrebbe essere stata causata da un "gioco" finito male

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Luca Bucceri

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista esperto del mondo dello sport e della politica, scrive anche di attualità ed economia. Laureato in Scienze della Comunicazione, muove i primi passi nelle redazioni sportive di Palermo per poi trasferirsi a Milano e lavorare per importanti testate.

A Fonte Nuova, nella provincia di Roma, e in generale in Italia, non si fa altro che parlare del grave incidente che nella notte tra giovedì 26 e venerdì 27 gennaio 2023 ha spezzato la vita di cinque giovanissimi tra i 17 e i 21 anni sulla via Nomentana. La Cinquecento sulla quale viaggiavano, in compagnia di un sesto ragazzo ricoverato in condizioni critiche in ospedale, si è ribaltata più volte non lasciandogli scampo, ma alla base dell’incidente ci potrebbe essere un “gioco” finito male.

“Giocavano alla Formula Uno”, la testimonianza

A svelare quella che potrebbe essere stata la causa del gravissimo incidente che ha portato alla morte di Valerio Di PaoloAlessio GuerrieriSimone RamazzottiGiulia Sclavo Flavia Troisi è stato un residente di Fonte Nuova. Secondo quanto riferito da La Repubblica si tratta di un testimone oculare della strage stradale, sentito dagli inquirenti poco dopo l’incidente.

L’abitante della zona, infatti, ha svelato di aver sentito più volte il rombo del motore della Cinquecento, come se i giovani fossero passati a più riprese da lì. Nello specifico, dice il testimone, l’auto sarebbe stata vista schizzare a folle velocità per due volte.

Il “gioco della Formula Uno” ha detto agli inquirenti, a voler sottolineare la corsa per bruciare i tempi tra una rotonda e l’altra. Poi il tremendo boato. “Tre corpi sono stati sbalzati fuori, sull’asfalto. Uno era di una ragazza”, ha raccontato.

L’ipotesi al vaglio degli inquirenti

Tra rilievi, testimonianze e video passati al setaccio, quella fornita dal residente di Fonte Nuova sembrerebbe essere una pista credibile per i carabinieri che stanno lavorando sul grave incidente. Secondo gli investigatori, che hanno passato tutta la giornata di ieri sul posto per cercare di capire cosa abbia portato la Cinquecento a decollare e poi ricadere sull’asfalto rotolando per una ventina di metri, la causa è di certo l’alta velocità.

Per gli inquirenti l’auto sarebbe arrivata a forte velocità da una curva, con Di Paolo che avrebbe perso il controllo pizzicando un marciapiede a una velocità di 80 chilometri orari dove il limite è 30. Da lì l’impatto con un palo dell’illuminazione e un albero, diventato trampolino di lancio, che sono stati fatali.

Il rebus sulla Cinquecento per quattro

A bordo dell’auto, come detto, c’erano sei passeggeri tra ragazze e ragazzi, ma la vettura era omologata per quattro. Proprio il numero di passeggeri sarebbe al vaglio degli inquirenti per cercare di capire, insieme agli esperti, se il “sovraccarico” della Cinquecento possa aver aggravato l’esito dell’incidente.

Secondo quanto spiegato da un investigatore a La Repubblica, se nell’auto fossero stati in quattro “non sarebbe finita così“. “La massa eccessiva dentro l’abitacolo è stata la condanna” ha spiegato.

Fonte foto: ANSA

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