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Il Governo vara il decreto Caivano sulla criminalità giovanile: carcere anche per i genitori, le novità

Fra le nuove misure varate dal CdM la detenzione in carcere allargata e sanzioni anche per i genitori. I dettagli del decreto dopo i fatti di Caivano

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Gabriele Silvestri

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, esperto di media, scrive di cronaca, politica e attualità. Laureato in comunicazione alla Sapienza, si è affermato come autore e conduttore di TG e programmi giornalistici. Collabora con diverse redazioni online, emittenti televisive e radiofoniche.

Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera a un decreto contenente una serie di provvedimenti tesi a combattere la crescente minaccia della criminalità giovanile. Tante le novità previste dal testo varato nel tardo pomeriggio di giovedì 7 settembre, in particolare sulla riduzione dell’età per la custodia cautelare, la possibile reclusione dei genitori e le nuove sanzioni per i giovani delinquenti.

L’avviso orale

Il nome ufficiale del decreto è “Misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile,” ma il provvedimento è stato informalmente denominato, negli ultimi giorni, “Decreto Caivano“.

Tra le misure chiave proposte, vi è l’introduzione dell'”avviso orale,” che consente alle autorità di convocare i minori sospettati di aver commesso un reato. Questo avviso può essere emesso anche per i soggetti con meno di 18 anni e che hanno compiuto almeno 14 anni.


In conferenza stampa a Caivano, la premier Giorgia Meloni aveva promesso interventi rapidi

Divieto di smartphone e social

La volontà del Governo è di affrontare in modo deciso il problema della criminalità giovanile, evidenziato in particolare dall’orribile stupro di Palermo e il caso di Caivano, dal quale il decreto ha assunto il nome informale.

Inoltre, se il minore viene condannato, anche con una sentenza non definitiva, per reati contro la persona, il patrimonio o reati legati ad armi o droga, il questore può richiedere al tribunale di vietare loro l’uso di piattaforme e servizi informatici specifici, nonché il possesso di telefoni cellulari.

Le pene per armi e droga

Un altro punto chiave del decreto riguarda l’aumento delle pene per i minori trovati in possesso di armi o stupefacenti, con l’obiettivo di dissuadere comportamenti del genere.

La bozza del testo comprende anche disposizioni per affrontare i reati online, consentendo alle vittime di richiedere la rimozione o l’oscuramento dei propri dati dalla rete.

Non c’è la stretta sul porno

Tuttavia, una proposta che sembrava esserci inizialmente, ovvero il controllo dell’accesso ai siti pornografici attraverso misure di certificazione dell’età e l’incoraggiamento all’uso del “parental control” sui dispositivi dei minori, sembra non essere stata inclusa nel testo finale.

Fra le altre decisioni più controverse del decreto c’è quella che riguarda l’abbassamento da 9 a 6 anni della soglia di pena che consente l’applicazione della custodia cautelare per i minori. Sarà quindi più facile finire in carcere per i minori che commettono reati. Tuttavia, non vi è stata alcuna modifica all’età dell’imputabilità.

Giorgia Meloni: “Lo Stato ci mette la faccia”

“Volevo essere qui perché penso che il lavoro che abbiamo portato oggi in Cdm sia fatto di norme importanti su alcune materie in cui in passato lo Stato ha preferito di occuparsi di altro.” Così la premier Giorgia Meloni nella conferenza stampa di presentazione del decreto.

“Io penso che quello di oggi è un segno di uno Stato che decide di mettere la faccia in materie complesse e difficili da risolvere. Il lavoro per riqualificare Caivano durerà qualche anno con una presenza cadenzata del governo”.

Nordio: “Carcere per i genitori”

“È stata prevista la pena della reclusione per i genitori che non mandano i figli a scuola”. Ad affernarlo è il ministro Carlo Nordio al termine del Cdm in conferenza stampa.

“Ci sarà il trasferimento degli ultra 18enni nelle carceri ordinarie solo in presenza di presupposti gravissimi” ha aggiunto il Ministro della Giustizia, chiarendo inoltre che non si è intervenuti in nessun modo sull’imputabilità del minore.

Fonte foto: ANSA

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