Il fratello di Chiara Poggi e la rivelazione su Andrea Sempio: "Amici da sempre, ci vediamo ancora"
Marco Poggi, il fratello di Chiara, ha chiarito agli investigatori il suo rapporto con Andrea Sempio, di nuovo indagato per l'uccisione della ragazza
Torna a parlare Marco, il fratello di Chiara Poggi, la ragazza uccisa nel 2007 a Garlasco e per il cui omicidio Alberto Stasi sta scontando una pena di 16 anni. L’uomo, oggi 37enne, è stato sentito dai magistrati dopo la svolta nel caso per il quale ora è di nuovo accusato Andrea Sempio, un suo amico di lungo corso.
- Delitto di Garlasco: interrogato Marco, il fratello di Chiara Poggi
- Il rapporto con Andrea Sempio
- Dal pc al DNA, le indagini sul suo amico
- Perché è indagato Andrea Sempio
Delitto di Garlasco: interrogato Marco, il fratello di Chiara Poggi
Le nuove indagini dei pm di Pavia hanno portato a una nuova svolta nel delitto di Garlasco. Andrea Sempio infatti ha ricevuto un avviso di garanzia per omicidio in concorso con ignoti o con Alberto Stasi. L’amico del fratello della vittima è nuovamente indagato ed è stato sottoposto al prelievo del tampone biologico per appurare che il DNA ritrovato sotto le unghie della vittima, e ora nuovamente analizzato, appartenga a lui.
I magistrati hanno interrogato Marco Poggi nella giornata di mercoledì 12 marzo. L’argomento del colloquio è stato proprio il suo amico: si cerca di comprendere a fondo il rapporto tra i due – che sono ancora amici dopo 18 anni – e se l’uomo, oggi 36enne, avesse un movente.
Il rapporto con Andrea Sempio
Oggi Marco Poggi, 37 anni, vive in Veneto. All’epoca dei fatti ne aveva 19, come l’amico Sempio. Di lui ha parlato agli investigatori.
“Andrea l’ho conosciuto alle medie, eravamo in classe insieme e lì siamo diventati amici. Ci frequentiamo tutt’ora”, avrebbe detto agli inquirenti in un virgolettato riportato dal Corriere della Sera.
La sua testimonianza sarà valutata, insieme a tutte le altre e a tutti gli sviluppi sulla vicenda, per analizzare la posizione di Andrea Sempio e capire se riaprire definitivamente il caso, come vuole la Procura di Pavia.
Dal pc al DNA, le indagini sul suo amico
Poggi ha risposto quindi sulle abitudini di Sempio, sulla loro amicizia e chiarito la questione degli amici che frequentavano la casa di via Pascoli dove viveva nel 2007 e dove faceva altrettanto la sorella Chiara. I carabinieri hanno risentito anche alcuni di loro chiedendogli cosa accadesse in casa, in quali stanze e con quale frequenza frequentassero la villetta dove verranno di nuovo analizzate anche le impronte.
Nel 2017, quando era stato ascoltato in altri interrogatori, aveva detto: “A volte uscivamo, a volte stavamo a casa di amici, a volte soprattutto durante la settimana, di pomeriggio, Sempio veniva a casa mia. In quell’estate ci eravamo appena diplomati, passavamo il tempo a giocare ai videogiochi, nella saletta giù o sul computer che era in camera di Chiara, ma non era il suo computer personale, bensì quello in uso a tutta la famiglia. Giocava usando la tastiera e il mouse del computer”. La questione del computer è fondamentale in quanto il DNA potrebbe essere passato dalla ragazza al ragazzo in modo mediato, anziché diretto, come specificato in passato. È questo quanto dovranno appurare gli investigatori. Il pc di Chiara infatti, secondo la perizia del 2009 del Tribunale di Vigevano, sarebbe stato spento dal 10 agosto, tre giorni prima del delitto mentre, secondo quanto ricostruito, Sempio non avrebbe avuto modo di accedere al dispositivo se non nove giorni prima della morte di Chiara. Possibile che il Dna sia rimasto sulle sue mani per tre giorni senza mai lavarsi? Questa la domanda che si pongono i carabinieri.
Le indagini del Nucleo investigativo di Milano stanno approfondendo questa pista su indicazione dei pm pavesi Stefano Civardi e Valentina De Stefano che hanno chiesto al gip di riaprire il fascicolo su Sempio. Come detto, l’uomo si è presentato presso la sede del dipartimento della scientifica dei carabinieri di Milano e ha fornito un suo campione biologico, a differenza di quanto non aveva fatto la settimana prima quando aveva sì fornito spontaneamente le proprie impronte digitali ma aveva negato di concedere una prova del suo DNA.
Perché è indagato Andrea Sempio
La sua posizione è al vaglio degli inquirenti. Sono diverse le cose da accertare, le stesse che lo hanno portato a essere nuovamente indagato. A partire dal DNA trovato sotto le unghie della vittima fino all’impronta lasciata da una scarpa nei pressi del cadavere, dall’alibi perfetto confermato da un tagliando di un parcheggio a Vigevano, biglietto quello custodito per oltre un anno, fino alle tre telefonate che l’allora ragazzo aveva fatto alla vittima nelle settimane precedenti pur sapendo che in quella casa non c’era il suo amico, in vacanza in Trentino con i genitori.
Il nome di Andrea Sempio non è dunque nuovo in merito alla vicenda del delitto di Garlasco. Già nel 2008 i carabinieri di Vigevano avevano fatto approfondimenti sul suo conto e lo avevano sentito come altri amici di Marco Poggi. Nel 2009, era stato ancora convocato in quanto, insieme ad altre persone, utilizzatore della bici che poi ebbe un ruolo fondamentale nel caso. Erano state sentite anche sua madre e sua nonna.
Più volte il suo nome era stato tirato in ballo dalla difesa e dai legali di Alberto Stasi. L’ultima volta nel 2016. Un anno dopo l’indagine su di lui era stata archiviata su richiesta del procuratore aggiunto Mario Venditti e del pm Giulia Pezzino che ritennero la mossa della difesa “un maldestro tentativo di trovare ancora una volta un colpevole alternativo”.