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Il canone Rai spacca la maggioranza e Forza Italia deserta il Cdm, scontro anche sulla cybersicurezza

Nel governo si litiga su canone Rai e cybersicurezza, Forza Italia diserta il Consiglio dei ministri

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Marco Vitaloni

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista esperto di politica e con una passione per tecnologia e innovazione, scrive quotidianamente di cronaca e attualità. Marchigiano, studi in Comunicazione, collabora con diverse realtà editoriali locali e nazionali.

Nel governo Meloni si continua a litigare sugli emendamenti alla manovra 2025. A spaccare la maggioranza di centrodestra è il canone Rai, con Forza Italia che chiede alla Lega di ritirare l’emendamento per la proroga della riduzione a 70 euro. Ma non solo, a dividere i partiti anche il tema della cybersicurezza.

Forza Italia deserta il Cdm

Nonostante il vertice domenicale a casa della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, all’interno della maggioranza si continua a litigare sulla manovra 2025.

La spaccatura lunedì si è consumata prima in Senato e poi a Palazzo Chigi. Il braccio di ferro tra Forza Italia e Lega ha bloccato i lavori alla Commissione Bilancio di Palazzo Madama, che avrebbe dovuto cominciare a votare gli emendamenti al decreto fiscale.

Gli azzurri hanno chiesto al partito di Salvini di ritirare l’emendamento sul canone Rai, richiesta respinta dalla Lega.

Dopo un ufficio di presidenza è arrivata la sospensione dei lavori, anche l’intervento del ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani è servito a poco: tutto rinviato.

Come riporta Repubblica, le divisioni si sono poi palesate nel Consiglio dei ministri: la riunione presieduta da Giorgia Meloni è stata disertata dai cinque ministri di Forza Italia.

Antonio Tajani assente giustificato, impegnato al G7 Esteri di Fiuggi, non si sono presentati alla riunione anche Gilberto Pichetto Fratin, Maria Elisabetta Alberti Casellati, Anna Maria Bernini e Paolo Zangrillo.

Forza Italia e Lega litigano sul canone Rai

Il terreno di scontro è il canone Rai. La Lega vorrebbe confermare anche per il 2025 la riduzione a 70 euro mentre nella Legge di Bilancio è previsto che torni a 90 euro.

Il partito di Salvini ha presentato sul tema un emendamento al decreto fiscale e non intende ritirarlo, come chiede invece Forza Italia.

“Il taglio del canone Rai non serve a niente”, ha detto il capogruppo forzista Maurizio Gasparri a Un giorno da pecora. “Noi non siamo d’accordo, perché se fai il taglio poi si danno alla Rai 400 milioni che sono dei cittadini, quindi se non è zuppa è pan bagnato”.

Così il senatore Dario Damiani, relatore del decreto fiscale: “È emerso chiaramente dal vertice che è un tema divisivo, e non solo per Forza Italia. Ed è stato chiesto che i temi divisivi siano messi da parte”.

Posizione ben diversa quella della Lega. Giorgio Maria Bergesio, capogruppo leghista in Commissione di Vigilanza Rai, ha detto: “Credo che la maggioranza sia compatta, noi non stiamo sottraendo risorse alla Rai, ma le prendiamo dalla fiscalità generale come condiviso da tutto il centrodestra compatto”.

Lite anche sulla cybersicurezza

Non solo canone Rai, nel Governo Meloni si litiga anche in materia di cybersicurezza. Come riporta Ansa, su proposta di Tajani è slittata al prossimo Cdm la discussione sul decreto Giustizia.

Tra le varie norme il provvedimento contiene un inasprimento della disciplina sui reati in materia di cybersicurezza.

Il nodo da sciogliere è l’assegnazione alla Procura nazionale antimafia del potere d’impulso e coordinamento delle indagini sul nuovo reato di estorsione informatica.

A puntare i piedi su questo tema è Forza Italia, che non vorrebbe dare all’Antimafia i poteri sulla cybersecurity.

Fonte foto: ANSA

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