NOTIZIE
CRONACA NERA

Il 17enne killer di Paderno Dugnano è pentito, le parole nell'interrogatorio e la richiesta al cappellano

Si sarebbe mostrato pentito il 17enne di Paderno Dugnano, accusato dell'omicidio dei genitori e del fratello minore. La richiesta del killer

Pubblicato:

Gabriele Silvestri

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, esperto di media, scrive di cronaca, politica e attualità. Laureato in comunicazione alla Sapienza, si è affermato come autore e conduttore di TG e programmi giornalistici. Collabora con diverse redazioni online, emittenti televisive e radiofoniche.

Sarebbe pentito il 17enne killer di Paderno Dugnano: questo è emerso martedì 3 settembre dopo il nuovo interrogatorio al Centro di prima accoglienza del carcere minorile Beccaria di Milano. Riccardo C., accusato dell’omicidio dei suoi genitori e del fratellino, ha avuto un colloquio di circa un’ora e mezza, durante il quale avrebbe mostrato di riconoscere la gravità del suo operato. Intanto, mentre i magistrati continuano a puntare sull’accusa di premeditazione, il 17enne ha chiesto al cappellano del carcere di potersi confessare.

Paderno Dugnano, il nuovo interrogatorio del 17enne killer

Il nuovo interrogatorio di Riccardo C. ha avuto inizio alle 14 di martedì, su sollecito dei magistrati della Procura dei minori che stanno conducendo l’indagine.

Circa 90 minuti di colloquio, che sarebbero serviti quantomeno a evidenziare l’inizio di un sentimento di rimorso da parte del giovane di 17 anni, pentito di essere il responsabile del triplice omicidio dei genitori e del fratellino di 12 anni a Paderno Dugnano.


Paderno Dugnano è un comune che si trova a pochi km a nord di Milano

La difesa esclude la premeditazione

All’uscita dal carcere minorile Beccaria di Milano, l’avvocato difensore, Amedeo Rizza, ha dichiarato che i magistrati hanno voluto approfondire dettagli non esplorati nel primo interrogatorio.

Riccardo avrebbe descritto l’atto come impulsivo e senza premeditazione, aggiungendo che se avesse avuto modo di riflettere, non l’avrebbe mai commesso.

La linea della difesa è quindi quella secondo la quale dietro alle azioni di Riccardo C. non ci sia stata premeditazione. Tuttavia il nuovo interrogatorio non ha spostato, al momento, le convinzioni dei magistrati nel merito.

La posizione dei magistrati sul 17enne

“Abbiamo deciso di interrogarlo nuovamente per puntualizzare qualche dettaglio sulla premeditazione, ma la nostra ipotesi non cambia” ha chiarito la procuratrice Sabrina Ditaranto.

I magistrati avrebbero approfondito lo stato di disagio del ragazzo, un impulso a cercare una sorta di emancipazione o “libertà” generica, senza che siano emersi però episodi concreti di compressione di tali bisogni da parte dei familiari.

“È abbastanza tranquillo, dire ‘sereno’ sarebbe eccessivo. Ha ridimensionato un po’ la premeditazione, rimane un pensiero non immediatamente precedente all’azione. Per il pentimento ci vuole tempo” ha aggiunto.

Il tutore legale e la richiesta del 17enne

Nel primo interrogatorio, Riccardo C. aveva ammesso di aver pensato per lungo tempo all’omicidio dei suoi genitori, un’ipotesi che viene però contestata dal suo avvocato.

Intanto i magistrati, come impongono le normative, hanno nominato un tutore legale esterno alla famiglia, considerando che nessun parente avrebbe potuto ricoprire quel ruolo, essendo in contemporanea anche parte lesa.

L’udienza di convalida, stando alle dichiarazioni dell’avvocato del giovane, non è stata ancora fissata ma potrebbe tenersi giovedì.

Riccardo C. ha anche incontrato in mattinata don Claudio Burgio, il cappellano del Beccaria, che ha riferito di un lungo e intenso incontro con il giovane, il quale avrebbe espresso il desiderio di essere confessato.

Fonte foto: ANSA

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963