I pizzini del boss Matteo Messina Denaro: "Un onore essere incriminato come mafioso, non sarò mai dimenticato"
Dai pizzini di Matteo Messina Denaro si ricostruiscono anche i suoi pensieri: "Un onore essere incriminato come mafioso, non sarò mai dimenticato"
Il boss di Cosa Nostra, Matteo Messina Denaro, è stato arrestato grazie a uno dei pizzini scritto dalla sorella, Rosalia, e nascosto nell’intercapedine di una sedia. Lo scritto è stato scoperto dai carabinieri del Ros il 6 dicembre scorso, durante l’installazione di alcune cimici nella casa della donna. L’arresto del fratello sarebbe avvenuto poco più di un mese dopo, il 16 gennaio. Venerdì 3 marzo, invece, anche Rosalia Messina Denaro è finita in carcere. Sono quindi stati divulgati alcuni dei pizzini firmati dal boss di Castelvetrano, contro lo Stato. Spiccano alcune frasi come “un onore essere incriminato come mafioso“, “siamo perseguitati” e “non sarò mai dimenticato“. Ecco il contenuto dei bigliettini.
- "Un onore essere incriminato come mafioso": il pizzino di Messina Denaro
- Il messaggio alla sorella: "In caso di pericolo appendo lo straccio"
- "Non sarò mai dimenticato"
- Il pizzino del boss contro la figlia Lorenza
“Un onore essere incriminato come mafioso”: il pizzino di Messina Denaro
In uno dei pizzini, il boss Matteo Messina Denaro scrive: “Essere incriminati di mafiosità, arrivati a questo punto, lo ritengo un onore. Siamo stati perseguitati come fossimo canaglie. Trattati come se non fossimo della razza umana. Siamo diventati un’etnia da cancellare. Eppure, siamo figli di questa terra di Sicilia, stanchi di essere sopraffatti da uno Stato prima piemontese e poi romano che non riconosciamo. Siamo siciliani e tali volevamo restare“.
E ancora: “Hanno costruito una grande bugia per il popolo. Noi il male, loro il bene. Hanno affossato la nostra terra con questa bugia. Ogni volta che c’è un nuovo arresto si allarga l’albo degli uomini e delle donne che soffrono per questa terra. Si entra a far parte di una comunità che dimostra di non lasciare passare l’insulto, l’infamia, l’oppressione, la violenza. Questo siamo e un giorno sono convinto che tutto ci sarà riconosciuto e la storia ci restituirà quel che ci ha tolto la vita“.
Il messaggio alla sorella: “In caso di pericolo appendo lo straccio”
Dai pizzini emerge anche una sorta di manuale per la sorella Rosalia arrestata venerdì 3 marzo: come mantenere i contatti con i suoi uomini, come accertare la presenza di eventuali telecamere degli investigatori e distruggerle, quali segnali lanciare nel caso in cui temesse la presenza degli inquirenti. Il tutto attraverso disegni.
Un esempio, quello dello straccio: “Metti a stendere uno straccio o più stracci, il colore non importa, io li ho dipinti di blu, ma può essere di qualsiasi colore. Messo in quel posto, Reparto (nome in codice, ndr) se ne accorge da lontano e non si avvicinerà e andrà via. Naturalmente se accade ciò si perdono i contatti quindi devi essere sicura che ci sia qualcosa che non va, non vorrei perdere i contatti per un falso allarme“.
“Non sarò mai dimenticato”
Il pizzino più significativo, che dice molto di Matteo Messina Denaro, è una riflessione sulla vita: “Non si deve mai ritornare da una persona dalla quale ci siamo allontanati. È una regola della mia vita. Ho pochissime regole di vita e questa è una. Arrivato a un certo punto della mia vita ho pensato che il mondo fosse da qualche altra parte e che da quell’altra parte ormai non ci fossero più strade che conducessero fino a me”.
Il boss era solito appuntare riflessioni e pensieri: “Un essere umano muore veramente quando viene dimenticato e io credo che non lo sarò mai. Le persone che ho amato, i miei affetti, non si dimenticheranno mai di me. Ho conosciuto tante persone coraggiose con le pecore e pecore con le persone coraggiose. Ho sempre disprezzato questo modo di vivere, che schifo“.
E ancora: “Ho sempre pensato sarebbe bene sapere quando è la mia ultima notte sulla terra piuttosto che venire investito o qualcosa del genere. La vita è più complessa di una promessa“.
Infine il giudizio sul padre, il capomafia Francesco ‘Ciccio’ Messina Denaro, morto latitante: “Non ci sono più persone come mio padre. Quel genere di persone è sparito per sempre“.
Il pizzino del boss contro la figlia Lorenza
Matteo Messina Denaro, in un pizzino, se la prende poi con la figlia Lorenza Alagna, con cui i rapporti non erano buoni.
Il boss racconta di aver letto il necrologio che la nipote del mafioso Leonardo Bonafede aveva fatto dopo la morte del nonno: “Ah, questa ragazza è cresciuta senza padre, lo arrestarono il padre quando lei era molto piccola. Dai conti che faccio è poco più grande di Lorenza, quindi stessa generazione, e sicuramente si conoscono anche perché andavano nello stesso liceo negli stessi anni. Quello che so di questa ragazza: è cresciuta con la madre, ha studiato, ha fatto il liceo scientifico, poi si è laureata in architettura credo, e oggi lavora sfruttando la sua laurea. Fu sempre fidanzata con lo stesso ragazzo un paio di anni fa si è sposata con lo stesso, e la scorsa estate ha avuto una bambina. Vi ho raccontato la storia di lei perché ha fatto il necrologio, ma vi potrei raccontare la storia di tante con il padre assente e della stessa generazione, perché sono informato di tutte quelle a cui manca il padre“.
“Ebbene, – sbotta – nessuno ha fatto la fine di Lorenza, sono tutte sistemate, che voglio dire? È l’ambiente in cui cresci che ti forma, e lei è cresciuta molto male. La mancanza del padre non è di per sé motivo di degenerazione educativa, è solo Lorenza che è degenerata nell’intimo, le altre di cui so sono tutte cresciute onestamente”.