Beppe Grillo contro i sondaggi politici: perché li critica

Beppe Grillo si è scagliato contro i sondaggi politici in un lungo post sul proprio blog, punto di riferimento per attivisti e politci del Movimento 5 Stelle, criticando i metodi utilizzati dagli istituti di ricerca, che piloterebbero l’orientamento degli intervistati.

Il garante dei pentastellati ha iniziato criticando le formule “Se si votasse oggi, chi sceglierebbe?” e “Per quale partito intende votare alle prossime elezioni?”, che diventerebbero armi a doppio taglio in politica.

Sopratutto, nelle parole di Beppe Grillo se in mano a “sondaggisti che, con tempi e budget ristretti, scelgono di sacrificare il rigore metodologico ricorrendo soprattutto alla raccolta dati in modalità online, e fanno solo confusione nel dibattito pubblico”.

“Altri sono più professionali“, ha specificato il fondatore del Movimento 5 Stelle, ma si scontrano con la “difficoltosa costruzione del campione che quasi mai rappresenta adeguatamente la popolazione ed è lontano dal reale sentire”.

“Poi c’è il problema delle risposte, che molto spesso sono incerte, e talvolta influenzate dagli stessi quesiti formulati, in modo tale da pilotare l’orientamento degli intervistati”, ha continuato Beppe Grillo nel post sul blog intitolato ‘Il salotto dei sondaggi politici’.

“Per il filosofo e sociologo Pierre Bourdieu“, ha spiegato l’ex comico, “il sondaggio è subordinato a interessi politici con l’effetto manipolatorio di costituire l’idea che esiste un’opinione pubblica unanime, quindi di legittimare una politica e rinvigorire i rapporti di forza che la fondano o la rendono possibile”.

Beppe Grillo ha poi citato l’espressione “fabbrica del consenso“, denunciando il fatto che “gli organizzatori di sondaggi possono usarsi da strumento di propaganda e riuscire a creare delle maggioranze al giorno dell’elezione”.