Funerali del giornalista Paolo Griseri a Torino, l'ultimo saluto all'ex vicedirettore de La Stampa
Ai funerali di Paolo Griseri sfila la Torino che il giornalista ha raccontato in ogni suo articolo: gli operai, i sindacati, i lavoratori: il video
Non era soltanto un giornalista, Paolo Griseri: era un militante dell’informazione, un appassionato della parole. Concetti che ai suoi funerali si respirano silenziosamente, mentre amici, parenti e conoscenti rendono omaggio al feretro della storica penna de La Stampa in una cerimonia che è un’elevazione della sua memoria. L’ex vicedirettore del quotidiano torinese si è spento a soli 67 anni sabato 26 ottobre, stroncato da un infarto.
- I funerali di Paolo Griseri
- Il ricordo della moglie e del direttore de La Stampa
- Come è morto il giornalista
I funerali di Paolo Griseri
I funerali di Paolo Griseri sono stati celebrati alle 9:30 del mattino di lunedì 28 ottobre nella parrocchia dell’Ascensione di via Bonfante 3.
Tra i banchi erano presenti le più importanti personalità del giornalismo italiano, un fiume di teste che la chiesa non è stata in grado di contenere. Una partecipazione sentita e sofferta, quella che si è stretta attorno alla moglie Stefania Aloia e al figlio Gabriele.
La redazione de La Stampa, di cui Griseri è stato vicedirettore, era ovviamente presente. Ma in fila c’erano anche i colleghi di Repubblica, un’altra testata cui il compianto giornalista ha dato lustro.
Era presente, inoltre, anche il direttore dell’ordine dei giornalisti del Piemonte Stefano Tallia. Come racconta con passione La Stampa, ai due giorni dedicati al cordoglio ha partecipato “la Torino che lo ha conosciuto e amato”: non solo quella dell’informazione, ma anche delle associazioni, dei lavoratori, dei sindacati, categorie che per Griseri – scrive ancora il quotidiano torinese – nascevano come fonti ma che poi diventavano gruppi di amici, fidati collaboratori.
Il ricordo della moglie e del direttore de La Stampa
Nella camera ardente allestita in via Lugaro 15, sulla bara di Paolo Griseri era poggiato il suo tesserino, un talismano che Paolo Griseri conservava insieme agli altri oggetti indispensabili come le banconote e le chiavi di casa. Lo riporta La Stampa.
“Lui c’era sempre, anche quando non c’era. Era accudente e dolce e tante altre cose”, queste le parole della moglie Stefania Aloia, poche ma profonde al punto da restare eterne come la memoria, scelte con l’equilibrio giusto per ricordare una delle penne più importanti del giornalismo italiano.
Composto e accorato, è arrivato anche il ricordo del direttore de La Stampa Andrea Malaguti: “Paolo era una comunità, non una persona sola. E incrociarlo ti migliorava la vita. Una comunità, che si creava lì attorno a lui, un uomo che tra ragione e gentilezza sapeva sempre cosa scegliere: la gentilezza”.
Come è morto il giornalista
Come detto in apertura, Paolo Griseri è morto a causa di un infarto. Il noto giornalista economico si trovava in casa quando improvvisamente si sarebbe accasciato per un malore.
Inutile la corsa all’ospedale Le Molinette di Torino. Secondo Repubblica i medici avrebbero fatto di tutto per rianimarlo, per l’ex vicedirettore de La Stampa non c’era più nulla da fare. Classe 1956, Paolo Griseri fece del giornalismo la sua linfa vitale. Negli anni ’80 fece le sue prime esperienze nella redazione de Il Manifesto, dove riportava le lotte operaie di Mirafiori accreditandosi come una delle penne più autorevoli del giornalismo economico.
Sue le analisi della situazione della Fiat a Torino, meritevole il libro Il processo. Storia segreta dell’inchiesta Fiat tra guerre, tangenti e fondi neri scritto insieme a Massimo Novelli e Marco Travaglio. Dopo essere passato a Repubblica come inviato, entrò nella redazione de La Stampa. Nel 2023 andò in pensione, ma non smise mai di scrivere.