Fico sospende i lavori e chiama Conte in Aula: "Riferisca"
Il premier accetta le dimissioni delle ministre di Iv. Pd-M5s con lui. E convocano vertici
“Quest’Aula non è e non può essere indifferente a quanto sta succedendo”. Così il presidente della Camera Roberto Fico che, accogliendo la richiesta unanime di maggioranza ed opposizione, ha sospeso i lavori a Montecitorio ed ha annunciato a breve la convocazione della conferenza dei capigruppo “per un percorso ordinato è responsabile”. A riferirlo è l’Ansa, che aggiunge che presidente della Camera ha detto che contatterà il presidente del Consiglio Giuseppe Conte per riferirgli della richiesta avanzata dai gruppi parlamentari di venire a riferire in Aula sulla situazione determinata dalle dimissioni dei ministri di Italia viva.
Anche Italia Viva, che ha innescato la crisi di governo, ha accolto favorevolmente le parole di Fico. Silvia Fregolent, esponente del partito di Renzi, è intervenuta così dopo il ritiro della delegazione ministeriale di Iv dal Governo Conte: “In un momento difficile come quello che stiamo vivendo – spiega – chi fa politica deve difendere a tutti i costi le regole della democrazia. Il Parlamento è centrale sempre soprattutto nei momenti di difficoltà”. “Ringrazio l’opposizione e maggioranza che hanno sottolineato l’esigenza di tornare in Parlamento. Serve un dialogo franco e centrale”, ha concluso.
L’evoluzione della crisi di governo
Ancora alcuni passaggi devono maturare: oggi Pd e M5s riuniranno i loro vertici per valutare la crisi, consapevoli che in maggioranza c’è chi, come una parte dei Dem, ha ancora dubbi sull’ipotesi di sostituire Iv con un gruppo di “responsabili”.
Nel frattempo l’Ansa spiega che una fonte che ha dimestichezza con il premier assicura che Conte era convinto da tempo che Renzi avrebbe comunque rotto, al di là di concessioni o meno. E ora, sottolinea chi è vicino al il capo del governo, Conte è più “libero” di giocare la sua partita sulla fiducia in Aula. Il filo con il leader di Iv sembra inesorabilmente rotto.
Iv ha vissuto le ore del post-strappo con prudenza. Nessuna rivolta interna è stata registrata nella riunione serale dei parlamentari con Renzi. Si attende la mossa del premier, ma si discute dello scenario di una soluzione rapida della crisi in maggioranza come se il Conte ter non fosse ancora un’opzione archiviata: sedersi a un tavolo sarebbe possibile. Ma la convinzione di più d’uno è che si vada verso la conta in Aula. E, se mai arriverà quel giorno, qualche addio tra i renziani non si può escludere.
Il M5s sembra più compatto che mai sull'”avvocato del popolo”. E anche chi, in teoria, avrebbe aperto ad una soluzione con un premier Dem (come Dario Franceschini) pare esser tornato sui suoi passi. A dire il vero l’ipotesi di un governo con la stessa maggioranza e un premier diverso non è ancora del tutto tramontata – con Iv in attesa – ma, ad ora, sembra davvero lontana.
E allora cosa fare? L’unica alternativa alla carta responsabili potrebbe essere un’apertura improvvisa di Renzi al dialogo, con Conte premier come punto fermo. Possibilità remota ma non ancora impossibile e a testimoniarlo sono le uscite dei big del M5S: tutte decisamente a favore di Conte, ma non così tranchant con Renzi. Sebbene una fonte di primo piano del Movimento, a tarda notte, osservi: “è stato il primo Cdm senza scontri questo senza Iv…”.