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Ferie non godute vanno pagate ai lavoratori in caso di dimissioni anche nel pubblico: Corte Ue boccia l'Italia

La Corte Ue cambia le norme per le ferie non godute dei dipendenti pubblici: ora sempre possibili o rimborsate, anche in caso di pensione anticipata

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Giorgia Bonamoneta

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, si concentra sulla politica e la geopolitica, scrive anche di economia e ambiente. Laureata in Editoria e Scrittura presso La Sapienza di Roma, ha iniziato a scrivere per una testata impegnata sui diritti civili, prima di lavorare in diverse testate di attualità.

Le ferie non godute vanno sempre pagate ai lavoratori. Lo ha stabilito la Corte di giustizia europea. La sentenza, che è l’esito di un caso giunto ai giudici di Lussemburgo, investe il mondo del lavoro europeo e italiano. Infatti il diritto nazionale dovrà cambiare, adeguandosi alla decisione della Corte di giustizia Ue. Nello stesso processo viene sancito il diritto-dovere a godere dei giorni di riposo e ristrettezze di bilancio o esigenze di conti non saranno considerate scusa valide. Il cambiamento interessa i dipendenti del pubblico impiego.

Ferie non godute: cosa cambia

I lavoratori del pubblico impiego avranno sempre diritto a godere delle proprie ferie e in caso contrario, di ottenere un’indennità finanziaria. Così ha stabilito la Corte di giustizia Ue in merito al diritto del lavoro.

Un cambiamento che investe Europa e in particolar modo l’Italia, da cui è partito il caso preso a esempio. Nello specifico: i lavoratori avranno sempre diritto alle proprie ferie, anche in caso di ristrettezze di bilancio; in caso il dipendente pubblico non riesca godere di tutti i giorni di ferie prima di dare le dimissioni, ha diritto al risarcimento economico di queste (un passo importante rispetto soprattutto alla crescita lenta e bassa degli stipendi in Italia).

 La Corte di giustizia europea, sede in Lussemburgo

La sentenza

Il caso da cui prende avvio il processo e poi la sentenza è italiano. I giudici di Lussemburgo hanno ascoltato un dipendente pubblico del comune di Copertino (Lecce). Questo aveva rassegnato le dimissioni per accedere alla pensione anticipata (al contrario i giovani in Italia potrebbe andare in pensione verso i 71 anni) e aveva chiesto il versamento di un’indennità per i 79 giorni di ferie annuali non godute durante il proprio lavoro.

Il versamento economico non è dovuto, secondo l’ordinamento italiano, almeno fino a quando il diritto dell’Unione non si oppone (come in questo caso) a una normativa nazionale che vieta di versare un rimborso per le ferie non godute.

Diritto-dovere dei giorni di riposo

I dipendenti pubblici conquistano così un nuovo spazio all’interno della Pubblica amministrazione, ma la sentenza della Corte Ue non finisce con il pagamento delle ferie non godute.

Infatti i giudici hanno stabilito che i lavoratori hanno diritto a godere delle ferie annuali retribuite, compresa la loro eventuale sostituzione con un’indennità finanziaria, al di là di ristrettezze economiche. I conti in disordine quindi non potranno più impedire ai lavoratori pubblici di fare piani per le ferie.

Fonte foto: 123rf

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