Evasi dal carcere Beccaria di Milano, ancora tre in libertà: la verità sulla fuga dall'istituto, cosa è emerso
Continuano le ricerche per trovare i tre ragazzi ancora in fuga evasi dal carcere minorile Beccaria di Milano. Ricostruita la dinamica della fuga
Un altro ragazzo latitante, evaso il giorno di Natale dal carcere minorile Beccaria di Milano, è stato rintracciato e riportato in istituto, come confermano fonti del ministero della Giustizia. Sono ancora in libertà tre ragazzi, di cui un minore e due maggiorenni.
- Evasi dal Beccaria di Milano: quattro tornano in carcere
- La ricostruzione dell'evasione dal carcere minorile
- L'appello dell'ex cappellano del Beccaria di Milano
- Sindacati sul piede di guerra: le richieste al Governo
Evasi dal Beccaria di Milano: quattro tornano in carcere
Dei sette fuggitivi, due erano stati subito rintracciati nelle ore successive all’allontanamento dalla prigione. Uno si trovava a casa della suocera, l’altro invece era stato accompagnato in carcere da un familiare.
Un terzo si era costituito il giorno successivo, il 26 dicembre, spinto dalla famiglia. Anche grazie alle testimonianze, gli inquirenti hanno ricostruito la loro fuga.
La ricostruzione dell’evasione dal carcere minorile
Secondo quanto è emerso, i sette evasi dal carcere avrebbero rotto una protezione in legno del cantiere attivo da anni all’interno dell’edificio.
Sei ragazzi sarebbero così saliti sulle impalcature, per poi calarsi da un muro più basso rispetto a quello periferico del carcere. Il settimo si sarebbe calato invece utilizzando un lenzuolo, come nei film.
Mentre i sette ragazzi, quattro maggiorenni e tre minorenni, fuggivano, all’interno della struttura è scoppiata una rivolta, con alcuni giovani che hanno dato fuoco a dei materassi.
Quattro agenti della Penitenziaria sono stati portati in ospedale perché rimasti intossicati dal fumo. Solo in tarda serata l’emergenza è rientrata.
L’appello dell’ex cappellano del Beccaria di Milano
L’ex cappellano Don Gino Rigoldi, che per anni è stato al Beccaria, ha dichiarato a RaiNews di credere fermamente che tutti i ragazzi rientreranno in istituto.
Ha poi dichiarato che spera che la vicenda possa dare uno scossone al ministero della Giustizia, considerando che al Beccaria “manca un direttore da 20 anni e ci sono lavori in corso da 16 anni”.
Sindacati sul piede di guerra: le richieste al Governo
Il caso ha riacceso i riflettori sulle terribili condizioni di vita nelle carceri italiane, con polemiche da parte dei sindacati della Polizia Penitenziaria. Scossi anche per le molotov fatte esplodere il giorno di Santo Stefano davanti al carcere di Rebibbia.
Gennarino De Fazio, segretario nazionale di Uil Pubblica Amministrazione, ha dichiarato che serve un “decreto Carceri” per affrontare “l’emergenza” e potenziare il personale dei carceri, dove mancano 18 mila agenti.
Dello stesso avviso anche Giuseppe Moretti, presidente dell’Uspp, l’Unione sindacati di Polizia, che ha parlato di un “segnale preoccupante” che impone una “risposta immediata del Governo”.