Berlusconi, il retroscena: sarebbe entrato in contatto con i russi prima della fine del Governo Draghi
Una telefonata del leader di Forza Italia con l'ambasciatore Razov nei momenti concitati di mercoledì, precedenti alla decisione di ritirare la fiducia
Berlusconi avrebbe sentito l’ambasciatore russo, nello stesso giorno in cui Forza Italia ha fatto cadere, insieme alla Lega e al Movimento Cinque Stelle, il governo di Mario Draghi.
- Berlusconi e la presunta telefonata con l'ambasciatore russo nelle ore concitate prima della fine del governo Draghi
- Il leader di Forza Italia avrebbe sentito l'ambasciatore Razov prima della decisione di ritirare la fiducia: il retroscena
- Lega e i presunti legami con la Russia: gli ultimi aggiornamenti, cosa deve smentire Salvini
Berlusconi e la presunta telefonata con l’ambasciatore russo nelle ore concitate prima della fine del governo Draghi
Si tratta di un retroscena del quotidiano La Repubblica smentito dal diretto interessato (“Mai incontrato né sentito”, così Berlusconi alludendo al diplomatico).
Nell’articolo viene messo a fuoco quello che sarebbe stato un episodio particolare, che ha occupato un’intera ora del Cavaliere, e che sarebbe avvenuto proprio negli ultimi momenti durante i quali l’esecutivo dell’ex banchiere ha governato con pieni poteri (ora è pur sempre in carica, ma per l’ordinaria amministrazione).
La telefonata tra Berlusconi e il rappresentante dei russi sarebbe avvenuta mercoledì, lo stesso giorno in cui Mario Draghi si è presentato in Parlamento, per un tentativo in extremis di salvare il suo esecutivo.
Il leader di Forza Italia avrebbe sentito l’ambasciatore Razov prima della decisione di ritirare la fiducia: il retroscena
“Ho parlato con l’ambasciatore russo in Italia Razov – queste le parole di Berlusconi riportate da La Repubblica – mi ha spiegato le loro ragioni, cosa ha fatto Zelensky”. E ancora: “Mi ha raccontato che è stata l’Ucraina a provocare ventimila vittime nelle zone contese. E che l’invasione era necessaria perché il rischio era che l’Ucraina attaccasse la Russia”.
Quella sull’invasione della Russia da parte di Kiev sembra una tesi discutibile, eppure, questa l’ipotesi, persuasiva per il fondatore di Forza Italia, che d’altra parte ha avuto da sempre ottimi rapporti con Putin. “L’Europa deve fare una proposta di pace cercando di far accogliere agli ucraini le domande di Putin. Inviare armi significa essere cobelligeranti”, ha detto ad esempio Berlusconi a Napoli il 20 maggio, dopo una prima fase di silenzio stampa successiva allo scoppio della guerra.
I fatti raccontati da La Repubblica andrebbero quindi messi in fila così: Berlusconi sarebbe entrato in contatto con l’ambasciatore russo Razov, ma questo è un retroscena, quindi avrebbe informato i suoi dell’intenzione di ritirare la fiducia a Mario Draghi.
Caduto il leader dell’esecutivo, fortemente atlantista e decisamente anti putiniano, a Mosca, come è noto, hanno brindato. Ha brindato l’establishment, che ha, come terminale in Italia, l’ambasciatore Razov che sarebbe stato sentito da Berlusconi.
Lega e i presunti legami con la Russia: gli ultimi aggiornamenti, cosa deve smentire Salvini
La vicenda di Berlusconi assume un significato particolare se la si mette in relazione con quella di Salvini. Secondo La Stampa, che ha affermato, in un articolo di giovedì, di aver visionato alcuni documenti di intelligence, ci sarebbero stati contatti tra un portavoce di Matteo Salvini e i russi dell’ambasciata a Roma.
Ci sono state polemiche, e anche smentite, tra cui quella del sottosegretario alla Sicurezza, Franco Gabrielli, che detiene la delega ai Servizi Segreti. La Stampa però sottolinea come ancora nessuno ha smentito nel merito che, nel maggio scorso, i russi abbiano domandato al consulente di Salvini se i ministri leghisti fossero orientati a dimettersi.