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Donna rinuncia a lavorare per fare la casalinga e dopo il divorzio ottiene 200 mila di risarcimento dal marito

Rimborso record per una casalinga che ha ottenuto dal tribunale un riconoscimento per gli anni trascorsi a badare alla famiglia

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Matteo Runchi

REDATTORE

Redattore esperto di economia, appassionato di tecnologia e sport. Scrive di attualità e cronaca. Laureato in Storia all’Università degli Studi di Milano, ha lavorato per diversi siti e redazioni.

La storia arriva dalla Spagna, dove una donna in sede di divorzio si è vista riconoscere un compenso economico per il lavoro svolto come casalinga. Fondamentale nella decisione del giudice aver rinunciato alla propria carriera per badare a casa e figli.

Spagna e diritti civili: come il paese iberico è diventato il più progressista d’Europa

Non è un caso che una storia come quella della donna risarcita per il proprio lavoro di madre e casalinga arrivi dalla Spagna. Negli ultimi anni il Paese iberico è diventato tra i più progressisti d’Europa.

Grazie alla spinta principalmente del partito Socialista di centrosinistra, Madrid ha passato una serie di leggi che hanno permesso di garantire maggiori diritti civili alle minoranze.

Gli esempi più recenti sono la Ley Trans, che permette ai maggiori di 16 anni un percorso di transizione di genere più semplice, e la riforma della legge sull’aborto, che ha introdotto un congedo mestruale per tutte le donne a carico dello Stato.

La sentenza del tribunale

Il caso balzato agli onori della cronaca riguarda un divorzio avvenuto nel 2020, dopo 25 anni dal matrimonio. Il tribunale di Malaga ha deciso che il marito avrebbe dovuto risarcire la moglie con più di 200.000 euro per il lavoro svolto come casalinga e madre.

Le motivazioni della sentenza citano come importante il fatto che la donna, per dedicarsi alla propria famiglia, abbia rinunciato alla propria carriera ponendo le proprie sorti finanziarie in mano al marito.

Così, mentre lei sacrificava la propria indipendenza economica per il benessere dei figli e del marito, lui si sarebbe arricchito aumentando il proprio patrimonio personale

Come sono stati calcolati i 200.000 euro di risarcimento

Il tribunale ha anche spiegato nel dettaglio come è stato possibile calcolare la cifra precisa che il marito avrebbe dovuto risarcire alla ormai ex moglie.

Si tratta di 204.624,86 euro, ottenuti tenendo conto del salario minimo interprofessionale per ogni anno che la coppia è stata sposata, dal 1995 al 2020.

La decisione è stata presa anche perché questo risarcimento servirà alla donna 48enne per potersi introdurre nel mondo del lavoro dopo anni di inattività forzata dalle condizioni del proprio matrimonio.

Fonte foto: 123RF

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