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Direzione Partito Democratico si divide sul nome di Schlein nel simbolo per le Europee: "Non sei Meloni"

Elly Schlein si candida alle Europee. Confermate le liste, polemica invece per il nome nel simbolo. Critiche anche da parte di Prodi e Conte

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Giorgia Bonamoneta

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, si concentra sulla politica e la geopolitica, scrive anche di economia e ambiente. Laureata in Editoria e Scrittura presso La Sapienza di Roma, ha iniziato a scrivere per una testata impegnata sui diritti civili, prima di lavorare in diverse testate di attualità.

Elly Schlein si candida alle Europee, ma stacca la polemica sul nome nel simbolo. Il Partito Democratico si divide e la decisione è stata rimandata alla segretaria del partito per domani. Diverse le polemiche interne e la mossa è stata bocciata anche da Romano Prodi, che parla di “ferita alla democrazia”.

Elly Schlein si candida

Sciolte le riserve: Elly Schlein si candida alle Europee come capolista per il Centro e le Isole. La mossa però non è piaciuta a tutti. Internamente è poi scoppiata una polemica per la volontà della segretaria di inserire il proprio nome nel simbolo, come accade già per altri loghi.

Ok invece per i candidati, con capolista Schlein, Cecilia Strada, Bonaccini e Lucia Annunziata. Ok anche per i candidati Marco Tarquinio, Jasmine Cristallo, Alessandro Zan, Nicola Zingaretti e altri.

La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, durante la Direzione Nazionale del Partito Democratico (Roma – 21 aprile 2024)

Il commento di Prodi

“Quello che sta succedendo vuol dire proprio che non mi dà retta nessuno. Perché dobbiamo dare il voto a una persona per farla vincere e, se vince, di sicuro non va in Europa? Sono ferite della democrazia che piano piano scavano il fosso per cui la democrazia non è più amata”. Queste le parole di Romano Prodi durante la Repubblica delle idee a Napoli (dove è stato applaudito il monologo censurato di Antonio Scurati).

Il ragionamento, come ha voluto ribadire, riguardava tanto Meloni, quanto Schlein e Tajani. Insomma tutti i big che si sono candidati, ma che in questo modo non starebbero sostenendo un servizio per il popolo.

Le polemiche sul nome

Oltre alle polemiche sul nome, il fatto importante è che sono state approvate all’unanimità le liste. “Sono liste aperte – dice Walter Verini – liste che contengono la pluralità delle sensibilità che ci sono nel Pd”. In merito al simbolo, risponde a una domanda: “Non si è mai votato il simbolo, il simbolo è quello”, ma a Schlein è stato dato il mandato di riflettere e decidere. Verini si è però espresso in maniera contraria.

Giuseppe Conte critica più in generale l’aggiunta del nome nei simboli e chiede di non fare guerre personalistiche come “Conte contro Schlein” o “Contro contro Meloni”. Sul nome però condivide quanto affermato da Prodi: “È una ferita per la democrazia”. Il rischio, secondo il leader del M5S, è mentire ai cittadini su chi li rappresenterà davvero all’europarlamento.

Fonte foto: ANSA

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