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Guerra Israele-Hamas, ultime news di oggi. Joe Biden parla con Netanyahu: "Non ho chiesto il cessate il fuoco"

Settantottesimo giorno di guerra tra Israele e Hamas, delusione per risoluzione Onu: il bilancio di morti e feriti

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REDAZIONE

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Giorno 78 della guerra fra Israele e Hamas. Il bilancio delle uccisioni palestinesi provocate dal conflitto, in base ai dati forniti dal ministero della Salute di Gaza, è di oltre 20.057 mila morti, di cui almeno 7 mila bambini (secondo il rapporto delle Nazioni Unite il 70% delle persone uccise a Gaza erano donne e bambini) e 53.329 feritiIsraele conta una cifra, rivista ancora una volta al ribasso, di circa 1.150 morti dall’attacco del 7 ottobre.

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione che chiede di aumentare gli aiuti a Gaza, non un cessate il fuoco duraturo. I gruppi per i diritti e lo stesso António Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, lo definiscono “tristemente insufficiente” per affrontare la crisi.

Nel frattempo l’aeronautica israeliana continua ad attaccare località nel sud del Libano in quelle che definisce operazioni contro le infrastrutture di Hezbollah. Pesanti bombardamenti anche nel campo profughi di Jabalia, nel nord di Gaza, mentre proseguono raid in molte città della Cisgiordania.

Il racconto della giornata

  1. Biden dopo la telefonata con Netanyahu: "Non ho chiesto il cessate il fuoco"

    “Ho avuto una lunga conversazione con Netanyahu oggi, è stata una conversazione privata”. È quanto riferisce Joe Biden a seguito della telefonata avuta con il leader israeliano. Tuttavia l’inquilino della Casa Bianca fuga ogni dubbio: “Non ho chiesto il cessate il fuoco“.

  2. Tel Aviv sequestra "30 mila ordigni" di Hamas

    “Anche oggi, nel rione Daraj-Tuffah di Gaza, all’interno di una scuola abbiamo trovato ordigni, razzi e mezzi di combattimento dell’unità navale di Hamas”, è quanto riferisce il portavoce militare israeliano Daniel Hagari.

  3. Netanyahu smentisce il WSJ: "Non volevamo attaccare il Libano"

    Dopo la pubblicazione di un articolo del Wall Street Journal, l’ufficio del leader israeliano Benyamin Netanyahu smentisce:  “Già il primo giorno di guerra, Netanyahu decise che Israele avrebbe prima dovuto lavorare per raggiungere una vittoria decisiva nel sud e al tempo stesso scoraggiare un attacco dal nord. Questa è stata la politica scelta dal gabinetto di guerra”.

  4. Un retroscena su Biden riportato dal WSJ

    “Biden convinse Israele a non attaccare Hezbollah”, questo è quanto riporta il ‘Wall Street Journal’. Secondo le fonti, l’11 ottobre l’aviazione di Tel Aviv era in attesa dell’ok per attaccare Hezbollah in via preventiva, ma il presidente degli Stati Uniti Joe Biden avrebbe convinto il leader di Israele Benyamin Netanyahu a non attaccare il Libano e a riflettere sulle conseguenze.

  5. Ucciso il responsabile forniture di armi di Hamas

    L’esercito israeliano ha annunciato di aver ucciso Hassan Al Atrash durante l’attacco a Rafah. Al Atrash sarebbe il “responsabile delle forniture e della produzione di armi per Hamas, oltre che del contrabbando di armi da vari paesi verso la Striscia di Gaza”.

  6. Sono 99 i giornalisti uccisi nella Striscia dall'inizio della guerra

    Un raid israeliano ha colpito ieri la casa di un giornalista di una tv locale, Mohammed Khalifa, nel campo rifugiati di Nuseirat nel centro della Striscia di Gaza, uccidendo il reporter e almeno altre 14 persone. Lo riferiscono alcuni funzionari del vicino ospedale dei Martiri di Al Aqsa, dove i corpi sono stati portati. La casa è stata rasa al suolo. Stamattina preghiere funebri si sono tenute nel cortile dell’ospedale, mentre i soccorritori continuano a cercare sopravvissuti.  Sale così a 99 il numero dei giornalisti uccisi nella Striscia di Gaza dall’inizio della guerra. Ad annunciarlo l’ufficio stampa del governo di Hamas sul suo canale Telegram.

  7. Iran: "Chiuderemo Mediterraneo se continuano crimini a Gaza"

    Un comandante delle guardie della rivoluzione iraniana ha affermato che il mediterraneo potrebbe essere “chiuso” se gli Stati Uniti e i loro alleati continuassero a commettere “crimini” a Gaza. Lo riferisce la Reuters sul suo sito. “Dovranno aspettarsi presto la chiusura del mar Mediterraneo, dello stretto di Gibilterra e di altri corsi d’acqua”, ha detto Mohammad Reza Naqdi, comandante dei pasdaran citato da Tasnim

  8. Risoluzione Onu, Lega araba: "E' tardiva e inadeguata, non prevede cessate il fuoco, serve protezion

    Il segretario generale della Lega araba, Ahmed Abul Gheit, ha criticato oggi come tardiva e inadeguata la risoluzione delle Nazioni Unite per maggiori aiuti umanitari nella Striscia di Gaza approvata dal Consiglio di sicurezza. “La risoluzione è un tentativo di prevenire la carestia nella Striscia e di salvare gli esseri umani, soprattutto donne e bambini, da una situazione catastrofica, ma non è sufficiente per fermare la macchina aggressiva israeliana, soprattutto perché non prevede un cessate il fuoco”, hanno riferito i media egiziani, citando Abul Gheit

  9. Israele: ordino di evacuazione verso Deir el-Balah

    Il direttore degli affari dell’UNRWA, Thomas White, afferma che più di 150.000 persone sono colpite a causa degli ultimi ordini di evacuazione israeliani per le persone nel centro di Gaza. Israele ha detto di spostarsi a Deir el-Balah, perché deve “espandere l’operazione militare in corso”. White ha scritto su X che l’area è “già sopraffatta dagli sfollati, compresi i rifugi dell’UNRWA”.

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  10. Gaza: avanzano le forze armate israeliane a Jabalia

    Un corrispondente di Al Jazeera sul posto ha riferito che le forze israeliane stanno cercando di avanzare nella città di Jabalia da ovest e da est. Per questo hanno interrotto tutte le linee di comunicazione nella regione. Il corrispondente ha anche detto che ci sono stati pesanti bombardamenti israeliani sulla zona di al-Jarn a Jabalia.

  11. Gaza: pesanti bombardamenti a Jabalia in un'area civile

    Gli attacchi missilistici e di artiglieria israeliani contro case residenziali hanno ucciso decine di persone nel campo profughi di Jabalia, nel nord di Gaza. È stato descritto come un “bombardamento a tappeto” di un’area civile. L’attacco, durato tutta la notte, ha impedito ai soccorritori e ai paramedici di raggiungere il quartiere, e i corpi dei civili uccisi dovevano ancora essere rimossi dalle loro case distrutte (fonte Al jazeera). La squadra di giornalisti di Al Jazeera è stata costretta a mettersi al riparo, mentre le forze israeliane continuavano a colpire l’area residenziale con proiettili di artiglieria.

  12. Cisgiordania: raid israeliani per perquisire case

    Le truppe israeliane, con da veicoli blindati e da un bulldozer, hanno proseguito nei raid in tutta la Cisgiordania occupata. Lo scopo perquisire case. Ci sono stati scontri con dei giovani palestinesi a Jenin e nel vicino campo profughi. L’agenzia di stampa palestinese Wafa non ha riportato arresti o vittime derivanti dalle operazioni militari. Le località attaccate nel territorio occupato includevano:

    • Campo profughi di Dheisheh vicino alla città di Betlemme.
    • Città di Hebron e città di Yatta a sud.
    • Città di Jenin e campo profughi di Jenin.
    • Città di Beita e villaggio di Qaryut, a sud di Nablus.
    • la città di Gerico e i campi profughi di Ain Sultan e Aqbat Jabr.
  13. Libano: confine con Israele diventa zona di guerra con Hebollah

    L’aeronautica israeliana prosegue gli attacchi nelle località nel sud del Libano, in quelle che definisce “operazioni contro le infrastrutture di Hezbollah”. I combattenti del gruppo armato rispondono e prendono di mira il nord di Israele con missili. Unendosi ad Hamas, in seguito alla guerra di Israele a Gaza, il conflitto di Hezbollah con Israele ha trasformato le aree su entrambi i lati del confine tra Libano e Israele in una zona di guerra. Israele afferma di volere una soluzione diplomatica, Hezbollah dice che non si tirerà indietro.

  14. La mappa
  15. Nel 77° giorno dall’inizio del conflitto, l’Onu ha votato una proposta di aumenti di aiuti alla popolazione palestinese. Si astengono Usa e Russia. Delusione generale per l’assenza di un cessate il fuoco umanitario, l’unico che potrebbe davvero aiutare le persone, come riporta il segretario Guterres.

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