Guerra in Ucraina, le ultime notizie di oggi: la tregua non regge, reciproche accuse tra Kiev e Mosca
La diretta del 317° giorno di guerra in Ucraina: oggi, 7 gennaio 2023, è in corso la tregua di Natale voluta da Putin ma sarebbe già stata violata
La guerra in Ucraina è giunta oggi, venerdì 6 gennaio 2023, al giorno 317. Sembra non aver sortito effetto la decisione di Vladimir Putin di imporre una tregua ai combattimenti per il Natale ortodosso, festeggiato il 7 gennaio. L’Ucraina denuncia bombardamenti russi contro Kramatorsk e Kherson in coincidenza con l’entrata in vigore del cessate il fuoco di 36 ore. Accuse incrociate da Mosca verso Kiev.
Kiev dirama un nuovo bollettino dei morti russi: sarebbero oltre 110mila i soldati russi caduti in battaglia. E Mosca mobilita altri 500mila riservisti.
Il racconto della giornata
-
Missili russi nella periferia di Zaporizhzhia
Nel nuovo attacco missilistico portato avanti dalla Russia è stata bombardata anche la periferia di Zaporizhzhia. Lo ha reso noto il sindaco della città Anatoly Kurtev, secondo quanto riportato da Ukrinform.
-
-
Allarme aereo in diverse regioni dell'Ucraina
Al termine della presunta tregua dichiarata dalla Russia dalle 12 locali del 6 gennaio alle 24 di oggi, Mosca è tornata a lanciare missili contro l’Ucraina. Lo ha reso noto il presidente dell’amministrazione statale regionale di Kharkiv Oleg Sinegubov, citato da Ukrainska Pravda. Nelle regioni di Kharkiv, Poltava, Dnepropetrovsk, Zaporizhzhia e nel Lugansk è scattato l’allarme aereo.
-
Tregua non rispettata: le accuse reciproche tra Kiev e Mosca
La tregua non regge. Un’esplosione si è verificata nel gasdotto della città di Lutuhyne, nella regione del Lugansk occupata dai russi, come riporta il Cremlino. Circa 11 mila cittadini sarebbero rimasti senza gas. Nelle prime 24 ore del cessate il fuoco autoproclamato dalla Russia, secondo quanto invece riportano fonti ucraine, l’esercito di Mosca ha colpito il territorio della città di Huljajpole nella regione di Zaporizhzhia, centinaia di volte. I russi avrebbero utilizzato carri armati, mortai e razzi, danneggiando abitazioni e infrastrutture.
-
Maxi decreto contro le celebrità russe: la decisione di Zelensky
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha siglato un decreto con cui vengono sanzionati 119 vip russi accusati di aver sostenuto la guerra. Il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak ha definito le persone colpite dalla misura “propagandisti di morte”, colpevoli di aver “incitato direttamente o indirettamente, a uccidere gli ucraini e compiere furti nel nostro Paese”.
-
Kirill: "Russi e Ucraini unica nazione"
Intervistato dalla TV di stato russa, il Patriarca ortodosso di Mosca Kirill ha detto che russi e ucraini “sono una singola nazione”.
Kirill dice che gli ucraini stanno cercando di creare “un prerequisito di civiltà” per creare una frattura fra i due popoli. E spetta alla Chiesa fare di tutto affinché non divengano nemici: “Ovviamente il futuro dipende da quanto successo avranno queste iniziative, ma la Chiesa deve fare tutto il possibile perché in nessun caso russi e ucraini diventino nemici”. -
Kiev: "Uccisi oltre 110 mila militari russi"
L’Ucraina aggiorna il contatore dei russi uccisi nel conflitto: sarebbero 110.740 i soldati russi caduti dal 24 febbraio. I russi parlano di numeri molto più bassi. Nessuna delle due fonti è verificabile, ma gli analisti internazionali ritengono che i numeri diramati dagli ucraini siano più vicini alla realtà.
Gli ucraini confermano inoltre il proseguimento degli scontri nonostante la tregua natalizia voluta da Putin. Tregua respinta tuttavia da Kiev. -
Londra, a marzo una conferenza sui crimini di guerra in Ucraina
A marzo si terrà a Londra una conferenza sui crimini di guerra commessi dai russi in Ucraina. I ministri della Giustizia di diversi paesi si riuniranno per fornire supporto alla Corte penale internazionale che indaga su presunti crimini di guerra in Ucraina. Ne dà notizia il governo britannico. L’incontro sarà organizzato da Regno Unito ed Olanda.
-
Kiev: "La Russia richiama alle armi 500mila riservisti"
Secondo Vadym Skibitsky, vice capo dell’intelligence militare ucraina, citato dal Guardian, la Russia si starebbe preparando ad arruolare 500mila riservisti. Lo scorso ottobre erano stati chiamati alle armi altri 300mila coscritti. Questa nuova infornata di coscritti servirebbe, secondo Kiev, a sferrare massicci attacchi in primavera e in estate nell’est e nel sud dell’Ucraina.
-
Da Kiev: "39 attacchi a Kherson in 24 ore"
Il capo dell’amministrazione militare regionale di Kherson Yaroslav Yanushevych, citato da Ukrinform, riferisce che i russi avrebbero bombardato la regione di Kherson 39 volte nelle ultime 24 ore, quelle della presunta tregua ordinata da Putin. “Gli occupanti russi hanno bombardato il territorio della regione di Kherson 39 volte. Insediamenti pacifici nella regione sono stati colpiti con artiglieria, lanciarazzi, mortai e carri armati. Ieri, una persona, un soccorritore, è stata uccisa dai bombardamenti russi, sette residenti della regione di Kherson hanno riportato ferite vari gradi di gravità” ha detto.
-
Putin firma il decreto per risarcire le vittime tra i soldati russi
Il presidente russo Vladimir Putin, riferiscono fonti estere, ha firmato un decreto per risarcire i feriti e le famiglie dei soldati morti nella guerra in Ucraina. Prevede il pagamento di 5 milioni di rubli (66mila euro) per ogni famiglia con vittime e 3 milioni ai feriti. Nel provvedimento, la guerra continua a essere definita “operazione militare speciale”.
-
A Zaporizhzhia in 3.000 costretti a prendere il "passaporto russo"
I comandi militari ucraini, riporta Ukrinform, hanno reso noto che nella città di Enerhodar, nella regione di Zaporizhzhia, circa 3.000 lavoratori della centrale nucleari sono stati costretti a prendere i “passaporti russi”. In questa zona sarebbe stata tolta di mezzo la valuta ucraina e gli imprenditori sono stati minacciati di multe qualora la accettassero come moneta. Aumenta in modo significativo anche il numero di locali sequestrati dalle forze russe e abbandonati da chi fugge.
-
Borrell non crede alla tregua: "La Russia prende tempo"
L’Alto rappresentante della politica estera dell’Ue, Josep Borrell, in un colloquio telefonico con il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, ha puntato il dito contro la tregua voluta da Putin per il Natale ortodosso: “Non cambia il fatto che la Russia sta occupando illegalmente parti del territorio ucraino. Il ritiro delle truppe e delle attrezzature militari russe dall’intero territorio ucraino all’interno dei suoi confini internazionalmente riconosciuti è l’unica opzione seria per ripristinare la pace e la sicurezza”. Per l’UE, “un cessate il fuoco unilaterale sembra solo un tentativo della Russia di guadagnare tempo per rifornire e riorganizzare le sue truppe o per riparare la sua reputazione internazionale distrutta”.