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POLITICA ESTERA

Decisione storica del Washington Post su Trump e Harris alle elezioni Usa, perché non appoggerà i candidati

Non ci sarà l'endorsement del Washington Post a Donald Trump o Kamala Harris: lo storico giornale ritorna al passato, decidendo di restare neutrale

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Gabriele Silvestri

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, esperto di media, scrive di cronaca, politica e attualità. Laureato in comunicazione alla Sapienza, si è affermato come autore e conduttore di TG e programmi giornalistici. Collabora con diverse redazioni online, emittenti televisive e radiofoniche.

Per la prima volta in 36 anni il Washington Post ha deciso di non sostenere un candidato alle elezioni presidenziali negli Usa, rinunciando a un endorsement per Kamala Harris o Donald Trump. L’editore Will Lewis ha dichiarato che il giornale intende mantenere una posizione neutrale per garantire uno “spazio indipendente” e ha aggiunto che questa decisione si applicherà anche a tutte le future elezioni presidenziali, ritornando a una tradizione storica di neutralità rispetto ai candidati.

La decisione del Washington Post su Harris e Trump

Trump, né Harris: il Washington Post sceglie di non scegliere, ponendosi in una posizione neutrale a pochi giorni dalle elezioni Usa. Una decisione storica, che non è legata però obbligatoriamente agli attuali candidati alla presidenza, bensì frutto di una riflessione che sarà osservata anche per il futuro.

Si tratta per la verità di un ritorno al passato: nella sua lunga storia, il Post non ha quasi mai esplicitato la sua preferenza fra i candidati presidenziali, salvo rare eccezioni.


Il Washington Post ha deciso di ritornare al passato, evitando gli endorsement in occasione delle elezioni presidenziali

Il Post avrebbe sostenuto Harris: no di Jeff Bezos

Il Washington Post avrebbe sostenuto Kamala Harris, con un articolo di sostegno già pronto per la pubblicazione, ma a porre il veto sarebbe stato Jeff Bezos, proprietario di Amazon e del giornale, come riporta Ansa.

Durante la presidenza di Donald Trump, Bezos e il Post erano stati oggetto di forti critiche. Nel 2019, Amazon ha affermato di aver perso un contratto da 10 miliardi di dollari con il Pentagono a causa delle pressioni esercitate da Trump, che sosteneva invece Microsoft contro il suo “presunto nemico politico”.

In precedenza un annuncio simile era arrivato da un’altra delle grandi testate americane, il Los Angeles Times, con le conseguenti dimissioni del redattore della pagina editoriale e di altri due figure di rilievo.

Anche nel caso del Washington Post la decisione avrebbe portato molti malumori all’interno della redazione, con i giornalisti descritti come “scioccati” dalla decisione.

Il motivo del mancato endosement del Washington Post

Le ragioni sono state esplicitate in una nota pubblicata sulla testata a firma di Will Lewis, editore del giornale, dal titolo “Opinion: sull’endorsement politico”.

Nel comunicato si ricordano le riflessioni effettuate dal giornale in passato sugli endorsement effettuati. “Le circostanze insolite delle elezioni del 1952 ci hanno portato a fare un’eccezione quando abbiamo appoggiato il generale Eisenhower” si legge nella nota, che cita un editoriale del 1960.

“Col senno di poi, conserviamo l’opinione che gli argomenti per la sua nomina ed elezione fossero convincenti. Ma col senno di poi ci ha anche convinto che avrebbe potuto essere più saggio per un giornale indipendente nella capitale della nazione aver evitato l’approvazione formale”.

Gli endorsement da Jimmy Carter in poi

La nota ricorda come, sebbene a prevalere è stata la volontà di non schierarsi, c’è stato un altro endorsement. “Nel 1976 per ragioni comprensibili all’epoca, cambiammo questa politica di lunga data e appoggiammo Jimmy Carter come presidente”.

Da quelle elezioni il giornale ha iniziato a esprimersi in modo sistematico sui candidati alla Casa Bianca, appoggiando sempre i Democratici. Unica eccezione nel 1988, anno in cui si è astenuto dal raccomandare un candidato nella competizione tra George H.W. Bush e Michael Dukakis.

“La vediamo come una dichiarazione a sostegno della capacità dei nostri lettori di prendere le proprie decisioni” viene sottolineato. “Il nostro lavoro al Washington Post è quello di fornire attraverso la redazione notizie non di parte per tutti gli americani e opinioni stimolanti per aiutare i nostri lettori a farsi le proprie opinioni. Soprattutto, il nostro lavoro come giornale della capitale del paese più importante del mondo è quello di essere indipendenti. E questo è ciò che siamo e saremo”.

Fonte foto: ANSA/IPA

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