Covid, quanto aumenta la protezione con la terza dose: parla Fauci
L'immunologo Anthony Fauci ha illustrato i dati relativi alla somministrazione della terza dose del vaccino anti Covid negli Stati Uniti
La somministrazione della terza dose del vaccino anti Covid fornisce un sensibile aumento della protezione contro la malattia provocata dal coronavirus e dalle sue varianti. Lo ha detto l’immunologo statunitense Anthony Fauci che ha illustrato i dati raccolti negli Stati Uniti intervenendo al Congresso dei medici ospedalieri internisti Fadoi.
L’esperto ha evidenziato come a 15 giorni dalla somministrazione della terza dose del vaccino Moderna sia possibile osservare un aumento della protezione di 23 volte rispetto alla ceppo originario del coronavirus, di 32 volte rispetto alla variante sudafricana e di 44 volte rispetto alla brasiliana.
Dati simili sono stati rilevati anche con la terza dose del vaccino Pfizer, “indistintamente in giovani e anziani, nei quali si sono avuti drastici aumenti dei livelli anticorpali e della protezione da forme gravi e infezioni”.
Per quanto riguarda la temuta variante Delta, Fauci ha spiegato che la sua trasmissibilità “è molto più efficiente delle altre varianti e la carica virale nelle vie aeree superiori delle persone infette è fino a mille volte superiore rispetto ad altre varianti”.
“Negli Stati Uniti questo ha comportato un calo di efficacia dei vaccini contro forme gravi di malattia con conseguenti ricoveri, che è dal 91 all’81% per Moderna e dall’85 al 75% per Pfizer”.
L’esperto americano ha parlato anche del Long Covid, evidenziando che un certo numero di soggetti, dal 15 al 30% circa, mostra disturbi e sintomi persistenti, da settimane a mesi, che non sono completamente spiegabili.
Tra questi Fauci cita “affaticamento estremo, a volte debilitante, inspiegabile mancanza di respiro, dolori muscolari, disautonomia (malfunzionamento del sistema nervoso) caratterizzata da sbalzi della temperatura e tachicardia inspiegabile, disturbi del sonno, depressione e ansia, e una condizione molto curiosa denominata ‘nebbia del cervello’, che provoca nelle persone difficoltà a focalizzare o concentrare i propri pensieri”.