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Covid, a Londra la prima vaccinata italiana: il suo racconto

La prima vaccinata italiana al Covid racconta la sua esperienza da infermiera a Londra

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Si chiama Elena Baraldi ed è una infermiera modenese di 30 anni la prima italiana ad essere stata vaccinata contro il virus Sars-Cov-2. A Londra da 6 anni, ha ricevuto il vaccino anti Covid della Pfizer-BioNtech nell’ambito del piano di vaccinazioni avviato nel Regno Unito.

Infermiera al pronto soccorso del Croydon University Hospital di Londra, la modenese ha ricevuto il vaccino nella giornata di mercoledì proprio per il suo lavoro, in prima linea nella lotta al coronavirus. Stando a stretto contatto con i pazienti Covid più gravi, la 30enne rientra nella categoria degli operatori ad alto rischio occupazionale, nonostante la giovane età.

Sto benissimo, per ora nessun effetto collaterale a parte il braccio un po’ indolenzito”, ha detto Baraldi in una intervista al quotidiano Il Resto del Carlino. “Non ho avuto dubbi e sono contenta di essermi vaccinata, sia per proteggere me stessa sia per non diventare un veicolo di contagio verso pazienti, amici e familiari”.

L’infermiera ha spiegato che non vede la famiglia dall’estate e che molto probabilmente non riuscirà a tornare a casa per Natale: “La mia città mi manca molto, so che anche lì la situazione è drammatica e i miei colleghi stanno facendo l’impossibile”.

Baraldi ha raccontato come sta affrontando la pandemia il Regno Unito: “A differenza dell’Italia qui non c’è mai stato un vero lockdown e nella prima fase devo dire che il governo inglese, guardando anche all’Italia, avrebbe potuto fare meglio. Ho visto morire tanta gente, anche giovane, tra i quali un mio collega di trent’anni che non aveva patologie, almeno conosciute”.

La 30enne inoltre ha sottolineato le differenze a livello professionale: “Qui a Londra mi sento realizzata, la mia professionalità è appagata anche sotto il profilo economico. Riesco a mantenermi in un appartamento da sola a Londra e a mettere da parte qualche risparmio”.

“Qui la nostra figura professionale è valorizzata sia a livello istituzionale sia tra i cittadini. Ho diritti che in Italia mi sognerei“.

“Non avrei mai pensato – ha spiegato – di lasciare il mio Paese. Quando parlo con i miei colleghi italiani, di Modena, mi raccontano di come, malgrado stiano rischiando la vita, spesso non venga riconosciuta la loro professionalità e mi dispiace”.

Fonte foto: Screenshot da Facebook
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