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Covid, la variante Kraken dagli Usa preoccupa l'Europa: il rischio di aumento nei contagi e il vaccino

In Europa cresce la preoccupazione per Kraken, la nuova variante Covid. Ecco cosa sappiamo sul tasso di aggressività e sull'efficacia dei vaccini

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Luca Mastinu

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, scrive di cronaca nera e attualità. Muove i primi passi nel fact checking per poi appassionarsi al mondo dell'informazione. Collabora con altre testate e siti web, esperto di musica.

In Europa cresce la preoccupazione per la variante Kraken del Covid-19, ennesima sottovariante di Omicron del virus SARS-CoV-2 che da circa tre anni sta tenendo sotto scacco il mondo intero. Negli ultimi mesi gli Stati Uniti hanno registrato un aumento di ospedalizzazioni e decessi, ma sia l’OMS che l’EcDc consigliano prudenza e fugano ogni allarmismo.

Covid, cos’è la nuova variante Kraken: i sintomi

Rispetto alla scorsa ondata della variante Gryphon, la nuova sottovariante di Omicron, Kraken, risulta essere altamente contagiosa.

Il nome scientifico è Xbb1.5 e, come suggerisce la denominazione, parliamo della stessa famiglia della sottovariante Gryphon Xbb di Omicron. Sostanzialmente si tratta dell’ennesima mutazione del genoma del virus attore principale della pandemia, e si parla di “ennesima” in quanto dalla prima comparsa del SARS-CoV-2 si sono rincorse tante altre varianti facilmente arginabili grazie all’immunizzazione.

Covid-19, la nuova variante Kraken dagli Usa è una minaccia per l’Europa?

Secondo i primi dati raccolti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS/WHO), negli Stati Uniti la variante Kraken ha già infettato un quarto dei contagiati da Coronavirus. Ciò sarebbe dovuto al suo alto potenziale infettivo che porterebbe il paziente a contagiare almeno 15 persone.

Per quanto riguarda i sintomi parliamo delle manifestazioni più consuete che abbiamo riscontrato nelle nuove varianti emerse: tosse, mal di gola, spossatezza e dolori articolari e muscolari diffusi.

I casi in Europa

L’Europa deve preoccuparsi? Una prima risposta arriva dallo European Center for Desease Prevention and Control (ECDPC) che in un comunicato ufficiale pubblicato oggi, lunedì 9 gennaio 2023, fa sapere che “esiste il rischio che questa variante possa avere un effetto crescente sul numero di casi di Covid-19”, ma fare delle stime sarebbe prematuro in quanto “la variante è attualmente presente solo a livelli molto bassi nell’UE/SEE”.

Se da una parte risulterebbe prematuro fare delle stime e generare allarmismi, dall’altra l’epidemiologo britannico Tim Spector su Twitter prevede che la variante Kraken potrebbe essere quella cui prestare maggiormente attenzione nel 2023.

Se negli USA ha fatto la sua comparsa nell’ottobre 2022, in Europa si registra la sua presenza in almeno 25 Paesi, come sottolinea il direttore generale dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus. I primi dati ufficiali sul tasso di diffusione della variante Kraken verranno comunicati martedì 10 gennaio dal direttore generale europeo dell’OMS Hans Henri Kluge in una conferenza stampa.

Kraken è resistente al vaccino?

Un altro quesito al quale gli esperti stanno cercando di rispondere è quella dell’interazione tra Kraken e il vaccino anti Covid.

A questa domanda risponde il dottor Aureliano Stingi, collaboratore dell’OMS, sulle pagine di ‘Repubblica’, e ci ricorda che alla protezione anti Covid, oltre agli anticorpi, partecipano anche i linfociti T i quali si sono già dimostrati assai efficaci contro le varianti.

Il vaccino ambivalente BA4-BA5 si è già dimostrato efficace contro la variante XBB, famiglia di cui Kraken fa parte. Se la variante XBB ha un grosso potenziale immunoevasivo, dall’altra parte i linfociti T possono arginare il problema e per questo si consiglia di ricorrere con costanza all’immunizzazione.

Fonte foto: iSTOCK

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