Bollette del gas con aumenti record, prezzi alle stelle nei prossimi mesi: quanto spenderemo in più e perché
In arrivo nuovi aumenti delle bollette, costo del gas ai massimi degli ultimi anni: quanto spenderemo in più e perché secondo l'esperto
I riscaldamenti sono accessi ormai da tempo, ma alla fine dell’inverno, ormai alle porte, il conto per le bollette del gas rischia di essere il più salato degli ultimi anni. Colpa (anche) del freddo che, dopo un’estate particolarmente calda e un anno con temperature in generale al di sopra delle medie, ha investito l’Italia. Inoltre, l’instabilità geopolitica, con i conflitti in Medio Oriente e in Ucraina, alimenta la risalita dei prezzi. Secondo le previsioni di ECCO, think tank italiano per il clima, il costo del gas potrebbe far segnare rincari record. Ai microfoni di Virgilio Notizie, l’intervista rilasciata da Valentina Masciari, vicepresidente Konsumer Italia.
- Quanto aumenteranno le bollette secondo le previsioni
- Perché il prezzo del gas continua a salire
- L’intervista a Valentina Masciari
Quanto aumenteranno le bollette secondo le previsioni
Secondo i calcoli dell’associazione no-profit, a Milano si potranno spendere circa 1.403 euro per famiglia per riscaldare, cucinare e produrre acqua calda in un’abitazione di 70 mq con classe energetica G: si tratta di 232 euro (20%) in più rispetto a due anni fa, nello stesso periodo compreso tra novembre e marzo, e 571 euro (+68%) rispetto al periodo pre-Covid, cioè all’inverno 2019-2020. Con una casa più grande (110 mq) il rincaro toccherà i 382 euro in più, arrivando a una spesa complessiva di 2.143 euro, mentre sarà ‘solo’ di 108 euro in più per un appartamento di 38 mq.
Non dovrebbe andare meglio a Roma, con poco meno di 430 euro per una casa di 70 mq rispetto all’inverno 2022-2023 e a 635 euro in più rispetto al periodo pre-crisi.
A Palermo, invece, l’aumento stimato rimarrà contenuto tra i 50 e i 210 euro rispetto a due anni fa, per un appartamento della stessa metratura. Naturalmente i rincari risentono della classe energetica, con gli immobili di classe A che subiranno variazioni inferiori.
Perché il prezzo del gas continua a salire
Resta, però, un problema generale di crescita del costo del gas, che ha raggiunto la soglia dei 48 euro/MWh.
A pesare è soprattutto il contesto di instabilità internazionale legato alle guerre in corso, anche se gli esperti di Ecco sottolineano che gli stoccaggi italiani sono al completo e il ricorso ai gasdotti per l’importazione del combustibile sono utilizzato in modo contenuto ed esattamente per meno del 50% della loro capacità negli ultimi dodici mesi. Le temperature rigide degli ultimi tempi, però, avrebbero contribuito a far lievitare i costi.
Inevitabili, comunque, le proteste degli esperti del settore e delle associazioni dei consumatori: “Sorprende che oggi, con un prezzo del gas tre volte più alto di settembre 2019 e una previsione di costo per le famiglie maggiore del periodo di crisi, non si vedono azioni legislative e nemmeno informative per mettere in sicurezza le famiglie”, sottolinea Matteo Leonardi, Cofondatore e Direttore Esecutivo di ECCO.
L’intervista a Valentina Masciari
Quello che sta per iniziare si annuncia come un inverno salato dal punto di vista del costo del gas. Perché aumenteranno le bollette?
“Va premesso che in genere in inverno aumenta sempre la domanda di gas, per motivi climatici, perché ne occorre di più anche solo per scaldare le abitazioni e gli uffici. La proiezione dei rincari, quindi, non sorprende di per sé. I fattori climatici influiscono, ma quest’anno incide anche un altro fattore che è legato al contesto internazionale”.
Si pensava che il peggio fosse passato, soprattutto dopo la pandemia, invece le guerre influenzano l’andamento del costo dell’energia?
“Esatto. Al conflitto tra Russia e Ucraina si è aggiunta la crisi in Medio Oriente, che rappresenta un elemento di incertezza che pesa sui mercati energetici. È vero che l’Italia e l’Europa, dopo la crisi post-pandemia, si sono progressivamente attrezzate per disporre di stoccaggi adeguati, ma rimane l’elemento della speculazione, che incide molto. Ci sono meccanismi che a volte a noi cittadini comuni sfuggono e non possono essere previsti, anche se le conseguenze ricadono proprio su chi deve poi pagare le bollette”.
Tornando al freddo, considerando che comunque in inverno è prevedibile, come si può affrontare senza dover subire un salasso?
“È chiaro che si può intervenire, ma fino a un certo punto. Il rincaro, come detto, è prevedibile nella stagione invernale, non solo per le tariffe in aumento, perché cresce la domanda. Ma anche solo per il fatto che si consuma più gas, per riscaldare le abitazioni e per avere l’acqua calda”.
Quali iniziative sono state messe in atto dal Governo, se ne esistono?
“In passato sono state messe in campo alcune azioni, specie nel periodo post pandemia. Per esempio era stata diminuita l’aliquota dell’Iva al 5% e rispetto al 10 o al 22%. Questo ha fatto la differenza, così come l’eliminazione degli oneri di sistema sui consumi energetici. Si è trattato di interventi non banali, che però non possono essere sostenibili sul lungo periodo e dubito, visto il peso sulle finanze pubbliche, che possano essere ripetuti”.
Esistono misure specifiche per i più fragili?
“Sì, le famiglie vulnerabili, che hanno un modello ISEE sotto certa soglia, possono accedere ai bonus sociali, che sono sempre disponibili e permettono di alleggerire i costi delle bollette. A prescindere dal reddito, inoltre, ci sono alcuni bonus come quello per il disagio fisico, che sono offerti a chi ha un disabile in famiglia o può usufruire della legge 104. Sono aiuti specifici per certe categorie definite”.
Cosa possono fare i cittadini di propria iniziativa, per contenere i costi del gas? Ci sono consigli utili e pratici?
“Sicuramente si può cercare un’offerta più conveniente, come a volte suggeriamo ai consumatori. Ma credo che l’azione principale sia la razionalizzazione dei consumi, riducendoli laddove possibile. Occorre un cambio di stile di vita, a volte, che comunque non sempre è possibile. Per esempio, le famiglie con bambini o anziani non possono stare al freddo. Chi non ha un reddito elevato, inoltre, potrebbe trovarsi a spendere di più, per paradosso, ricorrendo magari a stufette elettriche invece che a condizionatori o pompe di calore di classe energetica superiore. È un’incongruenza, legata al fatto che magari non possono permettersi interventi di efficientamento energetico in casa, per esempio sostituendo gli infissi o installando pannelli solari, ecc., e che quindi finiscono per pagare di più a causa degli sprechi”.
Le classi energetiche delle case, infatti, possono fare la differenza?
“Esatto e lo dimostrano le stime di ECCO: purtroppo in Italia la maggior parte delle abitazioni rientra in classe G, mentre sono poche quelle in A, che permettono un maggior efficientamento energetico. È chiaro che pesano, insieme alle fasce climatiche nelle quali si vive: una famiglia di Milano è immaginabile che godrà di un clima meno favorevole rispetto a una residente al sud”.