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Covid, correlazione miocarditi-vaccino: casi più frequenti tra i giovani, ma "i benefici superano i rischi"

Secondo un ampio studio i casi di miocardite post vaccino anti Covid si sono registrati soprattutto nei giovani maschi: ecco cosa dicono i dati

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Simone Cadoni

GIORNALISTA

Giornalista, scrive di cronaca, politica e altre tematiche legate all’attualità.

Una dettagliata ricerca sulle miocarditi emerse dopo la vaccinazione anti Covid a mRna ha dimostrato come l’infiammazione del muscolo cardiaco sia più frequente nei maschi di età compresa tra i 18 e i 29 anni. Il problema, stando agli autori dello studio, che è stato pubblicato sulla rivista scientifica ‘Cmaj’ (Canadian Medical Association Journal), si è verificato soprattutto dopo la somministrazione della seconda dose del vaccino Moderna.

Per questo motivo, per tale fascia di popolazione, i dati supportano l’uso preferenziale del vaccino Pfizer-BioNTech. Si tratta comunque di un fenomeno raro: secondo i ricercatori i tassi complessivi di miocardite per 100mila dosi sono risultati “molto bassi”. In ogni caso sulla base della ricerca la tipologia del vaccino, l’età e il sesso dovrebbero essere fattori da considerare durante la campagna vaccinale.

Covid e vaccino, lo studio sulle miocarditi

Il team di scienziati che ha lavorato allo studio ha analizzato le informazioni relative alla somministrazione di circa 10 milioni di dosi di vaccini a mRna – di cui 7 milioni di Pfizer-BioNTech (Comirnaty) e circa 3 milioni di Moderna (Spikevax) – a soggetti over 12. Il campione ha preso in riferimento il periodo dal 15 dicembre 2020 al 10 marzo 2022.

Una fiala del vaccino a mRna Spikevax Moderna

Sulla base dei numeri relativi ai ricoveri in ospedale e all’assistenza in pronto soccorso per miocardite insorta entro 7 e 21 giorni dalla vaccinazione, gli esperti hanno osservato un tasso di infiammazione del muscolo del cuore pari a 1,37 casi su 100mila persone. Il tasso sui non vaccinati sarebbe invece pari a 0,39 su 100mila individui.

Miocarditi più frequenti nei maschi under 30

Secondo quanto rilevato dallo studio, i tassi maggiori di miocardite sono stati rinvenuti nei maschi (2,15/100mila), soprattutto tra i 18-29enni (2,97/100mila) dopo la seconda dose (2,27/100mila) e nelle persone vaccinate con vaccino Moderna (1,75/100mila).

A seguito della terza dose l’incidenza di miocardite è risultata invece più bassa, anche nella fascia dei ragazzi di età compresa tra i 18 e i 29 anni. Alla luce dei dati raccolti, gli autori della ricerca sostengono l’opportunità di un uso preferenziale del vaccino di Pfizer-BioNTech rispetto a quello di Moderna per i maschi under 30.

“Benefici superiori ai rischi”

Gli scienziati tengono a ribadire che il tasso di miocarditi dopo la vaccinazione a mRna è risultato comunque basso. “I benefici della vaccinazione nel ridurre la gravità di Covid-19, le ospedalizzazioni e i morti superano di gran lunga i rischi“, hanno evidenziato.

E a sostegno della tesi hanno citato un’analisi statunitense che ha stimato che 11mila casi di Covid, 560 ricoveri, 138 ricoveri in terapia intensiva e 6 morti potrebbero essere prevenuti per ogni milione di seconde dosi di vaccino a mRna somministrate a maschi di età compresa tra 12 e 29 anni, a fronte di 39-47 casi attesi di miocardite dopo la vaccinazione.

Fonte foto: 123RF

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