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Cos'è la legge marziale e quando si applica: criteri e rischi tra guerre, motivi di sicurezza o calamità

Il presidente della Corea del Sud ha dichiarato la legge marziale nel Paese: ecco cos’è questo sistema straordinario e come viene di norma applicato

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Ubaldo Argenio

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista esperto di cultura, sport e cronaca, scrive anche di attualità, politica e spettacolo. Laureato in Scienze della Comunicazione, inizia a collaborare con testate locali di Benevento per poi passare a testate nazionali, per le quali si è occupato principalmente di approfondimenti sportivi e culturali. Lavora anche come editor.

Dopo che il presidente della Corea del Sud Yoon Suk-yeol  ha dichiarato la legge marziale nel Paese, molte persone si stanno chiedendo in cosa consista effettivamente questa misura. Ecco quindi i criteri con i quali viene solitamente applicata, e perché non promette nulla di buono.

Che cos’è la legge marziale

La legge marziale è una misura eccezionale adottata da uno Stato per fronteggiare situazioni di grave crisi come guerre, calamità naturali o disordini civili.

Durante la sua applicazione le normali leggi civili vengono sospese o subordinate a quelle militari, trasferendo il controllo e la gestione dello Stato nelle mani esclusive dei Tribunali Militari, che assumono quindi poteri straordinari per mantenere l’ordine pubblico.

Il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeon mentre annuncia l’applicazione della legge marziale nel Paese

L’applicazione della legge marziale comporta l’instaurazione di un regime rigido che consente di rispondere in modo rapido alle minacce straordinarie, ma è uno strumento caratterizzato da una temporanea limitazione delle libertà fondamentali.

La legge marziale in Italia

La legge marziale è spesso oggetto di dibattito per il suo impatto sullo Stato di diritto, dato che presenta rischi significativi come l’abuso di potere da parte delle autorità e la compressione dei diritti individuali, inclusi la libertà di movimento, espressione e associazione.

In Italia, la legge marziale non è prevista formalmente dal quadro costituzionale, ma il governo può assumere poteri straordinari in caso di emergenze gravi, come calamità naturali, pandemie o disordini sociali, attraverso lo stato di emergenza.

Secondo l’articolo 78 della Costituzione, il Parlamento ha la facoltà di dichiarare lo stato di guerra e conferire al Governo i poteri necessari per fronteggiare tali situazioni, ma tali poteri non equivalgono a un regime di legge marziale, poiché il controllo istituzionale resta invariato e il rispetto delle libertà fondamentali è garantito. L’articolo 11 rafforza poi questa visione, ribadendo che l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa e promuove la pace.

I motivi della legge marziale in Corea del Sud

La Corea del Sud ha dichiarato la legge marziale in risposta a una combinazione di fattori che, a detta del presidente Yoon Suk-yeon, minacciano la sicurezza nazionale. Una scelta giunta anche dopo che le tensioni con la Corea del Nord si sono intensificate, a seguito di test missilistici e dichiarazioni provocatorie da parte di Pyongyang.

La legge marziale, secondo quanto dichiarato, consentirà al governo di trasferire temporaneamente il controllo alle forze armate, limitando alcune libertà civili per garantire l’ordine pubblico e prevenire ulteriori escalation delle proteste già in atto, legate a crisi economiche e politiche.

La mossa del presidente, che ha accusato le forze di opposizione di essere legate a movimenti “pro-Nordcoreani”, ha però suscitato forti critiche a livello internazionale e nazionale, con i cittadini che sono scesi in strada per manifestare davanti al Parlamento di Seul.

Fonte foto: iStock

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