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Cos'è il giurì d'onore chiesto da Giuseppe Conte contro Giorgia Meloni: cosa dice l'articolo 58 della Camera

Il leader dei pentastellati Giuseppe Conte chiede il giurì d'onore contro la premier Giorgia Meloni: cos'è e come funziona lo strumento parlamentare

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Cristiano Bolla

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista esperto di cinema, televisione, nuovi media e spettacolo, scrive anche di cronaca e attualità. Laureato in Scienze e Tecnologie delle Arti e dello Spettacolo con Master in Drammaturgia e Sceneggiatura, ha lavorato per diverse produzioni prima di muovere i primi passi nelle redazioni di testate giornalistiche di Torino e Milano. Attualmente collabora anche con importanti riviste di settore.

Si riaccende lo scontro politico tra maggioranza e opposizione, tra l’attuale premier Giorgia Meloni e l’ex Giuseppe Conte. Il leader del Movimento 5 Stelle ha annunciato di aver chiesto il giurì d’onore nei confronti della Meloni: che cos’è è questo strumento parlamentare e in quali casi si può applicare secondo il Regolamento della Camera.

Cos’è il giurì d’onore chiesto da Giuseppe Conte

Le recenti dichiarazioni di Giorgia Meloni non sono state accolte affatto bene da Giuseppe Conte, che con una conferenza stampa tenutasi in mattinata ha annunciato di aver chiesto al Presidente della Camera Lorenzo Fontana il giurì d’onore sulla premier.

Si tratta di uno strumento contenuto nell’articolo 58 del Regolamento della Camera dei Deputati, previsto “quando nel corso di una discussione un deputato sia accusato di fatti che ledano la sua onorabilità“. In questo caso, l’offeso può “chiedere al Presidente della Camera di nominare una Commissione la quale giudichi la fondatezza dell’accusa“.

Giuseppe Conte ha definito “menzogne denigratorie” le parole della Meloni

Si tratta di una possibilità raramente sfruttata dai parlamentari, che possono invece rifarsi all’articolo 59 che prevede un richiamo in caso di uso di “parole sconvenienti” e al conseguente articolo 60 che prevede l’espulsione di un parlamentare richiamato una seconda volta per ingiurie di “uno o più colleghi o membri del Governo”.

Tra gli esempi recenti, il giurì d’onore è stato convocato nel 2004 nei confronti del deputato di An Benito Paolone e due volte nel 2010 e 2012 nei confronti di Franco Barbato di Italia dei Valori. Può anche essere evitato, qualora l’accusatore porga le sue scuse, come accaduto nel 2009 tra Maurizio Paniz e Marco Minniti.

I tre elementi previsti per ricorrere al giurì d’onore

Nella prassi parlamentare, affinché si possa ricorrere alla nomina del giurì d’onore come richiesto da Giuseppe Conte, deve sussistere tre specifici elementi:

  • l’addebito personale e diretto di un parlamentare nei confronti di un altro nel corso di una discussione;
  • l’attribuzione di fatti determinati e non quindi l’espressione di un giudizio o una opinione;
  • la possibilità che la Commissione di indagine possa acquisire elementi di conoscenza in ambito parlamentare o attraverso testimonianze spontanee degli interessati.

Secondo il Regolamento della Camera dei Deputati, a questo punto spetta al Presidente assegnare “un termine per presentare le sue conclusioni alla Camera, la quale ne prende atto senza dibattito né votazione”.

Cosa ha detto Giorgia Meloni sul governo di Giuseppe Conte

La richiesta di giurì d’onore avanzata da Giuseppe Conte è dovuta alle dichiarazioni di Giorgia Meloni dello scorso 13 dicembre. In Senato, ha mostrato alle opposizioni un presunto fax di Luigi Di Maio all’ambasciatore Maurizio Massari riguardante l’autorizzazione a siglare la riforma del Mes.

Il governo Conte alla chetichella ha dato l’assenso al Mes – ha detto la premier – il giorno dopo le dimissioni del governo Conte, quando era in carica solo per gli affari correnti”. Parole che hanno fatto infuriare l’ex premier e ora leader del M5S.

“Io ho appena consegnato al presidente Fontana una richiesta di istituire un giurì d’onore e una commissione deputata ad accettare le menzogne denigratorie e la dolosa condotta di Giorgia Meloni – ha detto l’ex primo ministro – Ha offeso l’intero mio gruppo che sulla questione del Mes ha sempre assunto posizioni per quanto sofferte ma chiare, ha danneggiato l’Italia e umilia il parlamento”.

Fonte foto: IPA

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