Coronavirus, misure drastiche: il piano di Salvini e Meloni
I due leader dell'opposizione sono stati ricevuti a Palazzo Chigi dal premier Conte
Vertice a Palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e le opposizioni per parlare delle nuove misure da adottare per arginare l’epidemia da coronavirus. All’incontro hanno partecipato il leader della Lega Matteo Salvini e la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. All’uscita, i due esponenti dell’opposizione hanno rilasciato alcune dichiarazioni in merito agli argomenti discussi con il premier.
“Finalmente qualcuno ci ha ascoltato” ha dichiarato Matteo Salvini, come riporta Ansa. “Esco preoccupato, abbiamo portato voci di chi chiede misure drastiche subito, di chiudere tutto subito per ripartire sani. Ma la risposta è stata no. Quindi totale incertezza”.
“Se questo virus si propagasse in tutta Italia, ricordo che nel sud non c’è lo stesso sistema sanitario“, ha osservato. “Quindi non vorremmo tra 10 giorni tornare a a Palazzo Chigi portando di nuovo non il nostro ma il parere dei medici. Meglio chiudere per venti giorni che non capire cosa fare. Il nostro l’abbiamo fatto. Abbiamo la coscienza a posto”.
“Se uno dovesse riavvolgere il nastro si può dire che se avessero ascoltato i medici e gli amministratori del nord a febbraio non saremmo qui”, ha dichiarato Salvini.
Poi l’affondo: “Come si fa a tenere negozi aperti, uffici pubblici aperti, e dire di non uscire? L’unica micro soddisfazione che forse si avvicinano ai 10 miliardi. Se arrivano a 30 miliardi ci risparmiamo altre sette visite”.
In merito alle rivolte nelle carceri in seguito all’emergenza coronavirus, Salvini ha dichiarato: “A Conte abbiamo sottolineato che non è possibile che nel mondo girino immagini delle carceri in rivolta. Uno Stato che si rispetti e che vuole fare la zona rossa fa rispettare la legge nelle carceri con il pugno di ferro. Altro che garanti dei detenuti, gli unici che ci interessano sono quelli dei poliziotti. Lo Stato agisce con le buone e con le cattive maniere”.
Anche Giorgia Meloni ha rilasciato alcune dichiarazioni al termine dell’incontro a Palazzo Chigi: “Abbiamo chiesto al governo cose che crediamo servano: un commissario straordinario all’emergenza forte che possa in questo momento occuparsi di tutto, di coordinare ma anche con poteri ordinamentali. Conte ha aperto alla nomina di un commissario ma niente di più. Non possiamo dire se accadrà”.
“Sarebbe più utile chiudere tutto per 15 giorni – è la richiesta di Meloni -. Arrivarci tra 15 giorni è aiutare il contagio per poi dover prendere misure rigide. Va fatto immediatamente. Al momento il governo non si dice disponibile ed interessato”.
“Siamo disponibili a votare il decreto se è inizio di un percorso”, ha aggiunto, ma “non c’è l’ipotesi di un governo di unità nazionale”, ha chiarito Meloni.