Coronavirus: continuano le sommosse dei detenuti in carcere
Molti i morti a Modena e Rieti dopo le proteste scoppiate nelle prigioni italiane dopo il decreto per limitare i contagi da coronavirus
Sono 9 i detenuti morti dopo la rivolta del carcere di Modena. Di questi 4 sono deceduti all’interno del penitenziario, gli altri dopo essere stati trasferiti ad Alessandria, Verona, Parma e Ascoli. Stessa sorte per 3 ospiti della casa circondariale Nuovo complesso di Vazia (Rieti), due stranieri e un italiano. Altri 7 reclusi nel carcere reatino sono ricoverati in ospedale per intossicazione da farmaci, rubati nell’infermeria. Ne dà notizia l’Ansa.
Fonti sanitarie hanno fatto sapere che 3 detenuti si trovano in terapia intensiva e altri 3 in osservazione breve intensiva all’ospedale San Camillo de Lellis di Rieti. Il settimo è stato invece trasferito a Roma in elicottero. Insieme ai 3 morti avevano assunto medicine durante la violenta sommossa scoppiata ieri contro il decreto per il coronavirus, che impedisce le visite dei familiari.
Nel mentre continua la rivolta nel carcere Pagliarelli di Palermo contro lo stop ai colloqui con i familiari. Circa 400 detenuti avrebbero preso controllo di una parte di penitenziario, salendo sul tetto. I carcerati sono riusciti a confiscare le chiavi di un assistente. Secondo la direttrice Francesca Vazzana “La situazione starebbe rientrando”.
Anche al Cavadonna di Siracusa, nel blocco 50 del carcere, circa 150 reclusi continuano le proteste contro le misure disposte dal Governo per arginare il contagio da coronavirus. Durante la notte tre piani della prigione sono stati danneggiati. I detenuti hanno bruciato lenzuola e materassi, utilizzato brande per sfondare cancelli, distrutto l’impianto di videosorveglianza e una cucina è stata resa inagibile.
Coronavirus, perché i detenuti stanno protestando
“I ristretti lamentano di non percepire l’applicazione di misure igieniche di prevenzione del contagio all’interno del carcere e il fatto che gli agenti della polizia penitenziaria, così come il personale medico e gli educatori, potrebbero essere latori del contagio, né più e né meno dei loro familiari. Tutti richiedono l’applicazione dell’indulto“, ha spiegato Giovanni Villari, garante regionale in Sicilia dei diritti delle persone private della libertà.
Giovanni Villari ha spiegato che l’emergenza coronavirus va a esacerbare i malumori già presenti per i problemi sistemici dei penitenziari italiani. La situazione sanitaria “si innesta in una situazione molto problematica, quale quella delle carceri, gravate dal sovraffollamento, dalle difficoltà delle strutture, dai tagli al personale“. Solo a Siracusa i detenuti sono 680, ovvero 100 in più della capienza massima.
Proteste dei detenuti rientrate, partono le indagini
È rientrata invece la protesta nel carcere di Campobasso. “I detenuti hanno chiesto di poter effettuare collegamenti via Skype con le loro famiglie”, ha fatto sapere il responsabile regionale di Antigone, Gianmario Fazzini.
La Procura di Milano ha aperto un’indagine per la rivolta scoppiata nel carcere di San Vittore di Milano, dove gli ospiti hanno dato fuoco ad alcuni materiali. Il fascicolo è per ora a carico di ignoti per i reati di devastazione, saccheggio e resistenza.
Indetta anche una riunione del Comitato provinciale di Ordine e sicurezza pubblica convocata dal prefetto di Potenza con al centro la sommossa dei detenuti del carcere di Melfi.